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La volpe di Sparta

Chapter 5 No.5

Word Count: 2524    |    Released on: 04/12/2017

llicc

partiti lo stesso g

to in un quartiere quieto, lontano da genitori e parenti della sposa, parlasse poi, al r

re fitte, l'una accosto all'altra, sventrate da una ininterrotta fila di botteghe, botteguccie, taverne, ciascuna delle quali

na e dell'altra ala di strada, avendolo visto passar tutte le sere. N'era così sazio, vi si sentiva così straniero, che per sè e la moglie aveva pre

zza del verde autunnale, la maggiore ampiezza di cielo, l'illusione nell'animo di Folc

, una più tenera amante di sua moglie. Ella era riuscita a togliergli dall'anim

agli sullo stato finanziario di Folco, e Folco s'era dovuto provvedere dei documenti che gli occorrevano. Aveva saputo così che il giovane pensava d

n avrebbe ritoccato il testamento, il quale faceva al giovane larghissima parte nei beni mobili ed immobili di famiglia. Ma Folco riflettesse: sposando quella ragazza, non avrebbe mai pi

sì le parti del dramma, avrebbe osato dar torto alla famiglia e ragione a lui. Grazie alla bontà liberale del padre, egli sarebbe stato un giorno per tutti il conte Folco Filippeschi, ricco e splendido; soltanto pei su

canzone imparata a memoria. Per suo conto pensava che c'era della esagerazione di qua e di là; che con un ragionevole ritardo da parte di Folco e con un bel gruzzolo alla famiglia di quei

lco mise a ragguagl

arte, o di studi, o scherzasse. Pianse per lui, lo accarezzò, disse che amare era una

ndato di lagrime, i magnifici occhi velat

di lire delle quali poteva ancora disporre sarebbero presto sfumate; Gioconda alla quale aveva confidato il savio proposito dopo il colloquio con

ner fermo. Gli pareva di dovere egli darle qualche gioia, almeno una piccola soddisfazione di vanità femmini

tinuare i suoi studi e compiere le

ottiene che la contessa

viaggio; e canta, gaia, con gli occhi ardenti di piacere come

randi scatole sulla cassapanca, e seduti due ragazzi che le hanno portate. La ca

ene!-dis

tt'intorno, sulle poltrone, sulla tavola, a terra, molte altre pelliccie irsute, aggomitolate a guisa di belve, che mesco

editamente inc

o-qualche cosa che mi si adatti: una

proposito?-Interr

o, amore mio, per

ammutolisce

pellicciaio. è Carlo Albèri, il giovanotto impomatato, quel Carlo Albèri che ha negozio presso la casa dei Dobelli, vol

è imaginassero lo sdegno silenzioso del conte, appaiono imperturbabili. Carlo Albèri seguita a sciorinar

gnora,-che ti sembra?..

da bene, e gli sorride intanto con gli occhi socchiusi: ha un

onde secc

l cuore gli dica che la tentazione non è degna di

! La tenga per la s

volto atteggiato a stupore per la frase mal

o che ha del ra

iato da quat

la stola, ne prende un'altra dalle mani di Carlo A

gli è tutto in pena tra l'ammucchiar la roba guardata e il metterne innanzi della nuova. La scena è tanto semplice, che il conte si dom

il tesoro, prende congedo con inchini più rilevati, c

ammogliato da

io un po' scosso da tanta insistenza.-Tutto il quartiere

aso il conte.-Domandavo, perch

plimento; e non appena l'uscio gli si è chiuso alle sp

gentile, a farm

a repentina, si stacca

i se è ammogliato? è rimasto a bocca aperta, e

i?--interr

li di stoppa rossi ed è tonda da tut

to con cui parla la contessa, l'attira

inc

sione a quell'episodio: gli brucia dentro, gli t

iero? o l'una a istigazione dell'altro? Presolo in trappola, abusando della sua facile impressionabilità giovanile, lo han condotto

streggiano sulle fiere con l'uomo di campagna; gli danno a credere che se non compera subito, al prezzo domandato, verrà un altro, pron

la quale apprendendo le miserabili giunterie ond'ella gli era stata proffer

rse parlato mai più di

nero di Gioconda lo rip

eguono; non v'è tempo a gustarli tutti. Quella vita, così lontana dalla sua vita di fanciulla piccola borghese, ch'ella n

ori. La contessa non vorrebbe riposare per non perdere un'ora; anche dall'albergo guarda di tratto in tratto le luci fantastiche che trapelano di là dalle cortine alle finestre; giù è l'onda fitta, nera della folla, corteo senza fine; ai lati e in alto bruciano tutti i colori, dalla sommità de

giovane; è felice egli pure della ing

alle sue amiche: viene da gente oscura, vive tra la luce; deside

r l'incanto o l'invidia: non ha saputo ancor formarsi l'animo del presente, obliando i giorni di dubbio, di attesa, di miseria. La contessa Gioconda

ue giornate; è ancora sotto il dominio di quella scaltra donna che ha fatto la fortuna della

a tavolino, con la penna n

to che andiamo a Versailles domani, perc

scrivi, dovresti dire a tua madre che non c'era alcun bisogno di

insolito con cui parla suo mari

signi

la di Carlo Albèri: che se non ti aves

e si leva

accontato? Chi ti h

endeva a schiaffi quell'innoce

clama Gioconda.-P

i avrei sposata per gelosia di quel pover'uomo? Come si è potuto pensare di costringermi

spalle alla tavola,

ole dir tutto il suo pensiero e n

di lui e lo ascolta,-la cosa in sè non ha nulla di grave; ma rivela che i tuoi non rifuggono dall'inganno, e ciò mi dispiace. Io vorr

di oggi, tutta tua, insomma?-traduce Gioc

cc

dice la giovane alzandosi.-Guard

mucchio di cartoline già

do,-promette, mandando la lett

ssare suo marito, il volto

,-tutta tua sono stata sempre, anche quando ero un po

timidamente, si acqu

lc

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