Ahasvero nell'Isola del Diavolo
spirito, ne rileva il pensiero dominante, lo spinge nella pratica sociale, lo traduce in azione. L'Ebreo, allo scoppiare della Rivoluzione, comprese che i principi da lei proclamati corrispond
zione di un essere superiore, il Dio Uno, fattore ed anima dell'universo. Suo culto fu la legge, la quale, a quel modo che ordina e regge l'universo, così deve guidare il mondo dei
essi non si limitano soltanto a riguardare una famiglia, un popolo, ma sono un imperativo morale, sociale; si adattano ad ogni razza, ad ogni tempo; ed un carattere identico di universalit
n esiste l'uomo in astratto, come non esiste nè l'albero, nè l'animale astratto e generale; ma la mente riassume i caratteri, le doti e qualità d'ognuno, e da questi si forma il concetto dell'albero e dell'animale e ne determina le leggi generali. Con un processo identico rileva i caratteri, i bisogni
raico e che da concetto religioso si traduceva in legge e pratica sociale. Avvenne quindi, che alla proclamazione dei principi della Rivoluzione, l'Ebreo acquistò più viva la c
gai, di mercatanti, di operai, dianzi umiliati, negletti, rispondono all'appello della Rivoluzione, si rialzano nella loro dignità d'uomo e di cittadino. Essi intuonano la Marsigliese, e molti Rabbini la traducono in lingua ebraica, o foggiano sopra quello altri inni patriotici per Israello. Nelle s
e attività, ajuto, stimolo di vita e di progresso fra i suoi concittadini. Dopo quei giorni egli prende viva parte al movimento politico, economico, letterario, sociale di ogni nazione fra cui esso è disseminato. Soldato, egli combatte al fianco dei suoi concittadini a difesa della libertà,
d almeno straniera in quest'Europa nella quale viveva, non solo attesta la sua origine europea, meglio che il favoleggiato Arianismo, ma è sintomo dell'energia di cui è dotato, come fosse uno degli elementi più efficaci di progresso, ed il lievito nel mondo dei popoli, non che la sua
o politica, tutti i despotismi antichi, come le reazioni moderne, si associano e insurgono contro di lui per opprimerlo o sopprimerlo. Nei tempi antichi, quando l'Ebreo era ancora una forza collettiva o nazione, fu combattuto colle armi e cogli eserciti nei campi aperti; nelle, così dette, civiltà moderne, gli avversari non trovando intorno a sè che individualità o personalità più o meno superiori, mutarono la tattica, si pugnò alla spicciolata,