Roberta
sole: era uno scoglio grigio, su cui il piede s'incastrava fra le spaccature; spesso era uno scoglio
'oro con le foglioline d'oro; i piccoli piedi ricoverati nei sandali, ella tentò studiosamente lo scoglio che li afferrava come nel pugno d'un innamor
la morte, l'onda che aveva la forza di dieci leoni scatenati, l'acqua e l'onda l'attiravano, le parlavano, la cullavano pe
elle navi sommerse, i resti dei naviganti deformi e tentacolari per i filamenti delle alghe.... Laggiù avevan tomba molti cadaveri d'uomini e di donne, ancòra pa
superficie maliarda, un po' gonfia all'orizzonte. Il sole violento bruciava lo scoglio e la spiaggia; la donna, i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani, tornò a imbrancarsi
menticato l'impronta d'una testa maschile e la luce del suo corpo risplendeva nell'alcova deserta. Era vedova
ti intorno alla testa e attorti presso le o
o la mente di fiamme, soffiano sulle carni; le era avvenuto forse di stendere le braccia disperatamente nell'ombra, e di piegarsi ad arco sotto lo spasimo del sogno che sf
chi la guardasse senza invidia o senza libidine; stupita che tutto pones
i disperdevano, s'interrompevano, riprendevano tutto il giorno fra lo svolgersi isocrono
rebbe potuto dubitarne; un altro uomo sarebbe arrivato a conquistarla poichè era giovane e bella. Doveva vivere le deli
iedeva chi l'aveva baciata, si rispondeva che chi l'aveva baciata era morto, lasciando la
le braccia e sentir fuggire nell'aria i fantasmi quasi afferrabili, divenutile crudelmente familiari. Il corpo roseo tra la pelurie bianca dell'accappa
io per rivestire l'abito da passeggio, tutto il fulgore delle membra prorompeva, saliva, stupiva ella medesima.... Quante volte non
sembravano passare dei secoli; dal frinire delle cicale al gracchiar delle rane, era un giorno e un'epop
l'ultimo limite della terra, ove l'acqua spaziava o si drizzava nella furia delle tempeste. Dietro il vivente ammasso di case si snoda
una passeggiata per le camere ombrose. Ma, breve come un lampo o lungo come uno spasimo, imperava il sogno sognato ad occhi aperti sopra una poltrona a dondolo; e le due sorelle abbandonate nelle due poltrone,
aranci, migliaia di lucciole nottiludie trescavano, vibrando i piccoli lampi verdognoli, alternando la loro luce così, da sembrare la fosforescenza delle acque sotto i raggi di luna. Erano disposte a brevi i
in su, verso Roberta che guardava dalla finestra. I cani abbaiavano invisibili, sui colli neri; i palmizii non si muovevano per alito d'aria; il silenzio massimo non era calato per anco su
ualcuno vi passeggiava in ispirito ogni sera. Inutilmente celava il suo corpo sotto vesti senza linee: qualcuno l'aveva già
a, e a cui Emilia ricorreva per salvezza, si rivelavano goffe come u
una campagna senza sterpi; ma procedendo, a poco a poco la strada invasa
avano in una fuga di statue, a cui il cuore a
mma, la giornata simmetrica si