icon 0
icon TOP UP
rightIcon
icon Reading History
rightIcon
icon Log out
rightIcon
icon Get the APP
rightIcon

Gioia!

Chapter 3 No.3

Word Count: 3705    |    Released on: 04/12/2017

di V

un anno di silenzio. Stupita

tta A

i il Natale? Perchè non a Montreux

ngèr

n Maman a Nervi; con Vivien a Glasgow; con Barbara a Torino; con Silvia a Roma; con O'Kelly a Parigi.... Secondo una mia abitudin

érangère. Ma allora, rifletto io, chi prescegliere tra t

testa. Dunq

le s

Béra

pomeriggio d

An

nzata un anno fa al conte Lucien de Lussain-Maldé di Chateau-Mirval; poi

osi, la sua gente oppressa dal ferreo pugno britannico.... Accanto a lui un uomo biondo, ancor giovane, di cui i tragici occhi azzurri hanno scandagliato le profondità ultime del dolore; lo riconosco: è Von Hindenburg, nipote del chiodato Feld-Maresciallo. Presso a lui, rosea e ridente sotto al grande cappello nero, Mary Snowden, la propagandista de

reno c

zzero sotto la neve; ma le descrizioni di paesaggio si

ed ecco anche Bérangère, sorridente e soave, che dalla piattaforma mi saluta svent

dice, traendomi verso un Grand H?tel vicin

installate in due gran

Tarnier o con madame la c

Natale; sul mistico significato della Vigilia di Natale, del giorno

to la notte della Vi

do: - Nascosta in una casa di Londra con cinque o s

zzoletto rosso e ne fa qualche cosa che somiglia a un topo,

tempo; - Ah! Io!... - E improvvisa

ione che non comprendo. Orrore

tazza di thè in mano, mentre

ue pagine di u

dice Bérangè

o a Chateau-Mirval un pranzo di famiglia seguìto da un grande ricevimento per partecipare al mondo che l'erede dei Lussain-Maldé si fidanzava.... a me. Da Parigi era annunciato, per l'occasione, l'arrivo

lle due del pomeriggio, arrivando a Ginevra verso le quat

24, alle due, uscimmo dall'albergo e ci avviammo all

osa e ghiacciata mia zia sci

tri telefonamenti ai de Lussain-Maldé, Chateau-Mirval, Ginevra. ?Verrò, io sola, col prossimo treno. Arrivederci stasera alle 21,10?. Disperate proteste dall'altra estremità del telefono. Laceranti

e deserta. Nessuno viaggiava in questa serata. Pensai al pranzo di famiglia - tavola risplendente, visi sorridenti, vini spumeggianti, discorsi augurali, ed io, a fianco di Lucien, eroina di tutti i festeggiamenti.... Un'irrefrenabile tristezza mi morse il cuore e mi riemp

go corridoio ed arrivai davanti all'uscio della ?Toilette p

in un armadietto il ?luxe?, costituito da un pacco di forcelline, una s

ia. I bambini aspettano ch'io vad

unico mio bagaglio, poichè il resto mi aveva preceduta a Ginevra) alcune monete d'argento, gliele porsi augurand

lungo i suoi passi

no per niente gonfi; appena un leggero arrossamento delle palpebre tendeva a darmi - colla mia carnagione bianca e i miei capelli color rame - un'aria un poco tizianesca. Pensai con soddisfazi

un ultimo sguardo nello spe

la porta - non si mosse. Tentai di scuoterla - era rigida, solida, in

venne. Tutti erano a casa a fare il pranzo della Vigilia. Tutti erano intorno agli alber

che entrava nella stazione. La disperazione mi colse; poi rinacque la s

nel muro, corsi in su e in giù, aprii e richiusi una porticina in f

eno usciva dalla stazione - andava a Ginevra senza di me!

quel treno e verrà a cercarmi. Chiederà, cercherà; interrogherà il bigliettario, il capostazione.... Il bigliettario non mi aveva veduta, poichè avevo preso il biglietto direttamente da Glion; ma il capostazione, sì. Durante quei pochi minuti in cui avevo girato per la stazione pri

idarmi le unghie; non avevo altro da guardare che il lavabo di marmo, la saponetta rosa, l'asciuga

io avvenire con lui.... pensai al pranzo di famigl

caso che qualcuno potesse udire. Ma la mia voce in quel silenzio mi gelava il sangue. Cominciai a

che sapevo; poi tutte le poesie che rico

enoux au milie

ant m

de feu pour l'al

e lati

e pensai: ?Adesso morirò di sincope. Mi troveranno domani, giorno di Natal

vra.... e Lucien! Questo pensiero mi agitò tanto che mi misi a gridare e non smisi più; gri

r ascoltarlo, poi ripresi più forte. Il passo si fermò; ind

allò! Do

idìo della mia voce si ripe

a d

Cinquante centimes! - ululai. E ca

porta si aprì, e il mio salvatore app

atto. - Mais qu'

me una Furia. - Arrive che io dovevo essere a Ginevra per il mio pranzo di fidan

a mi parve di scorgere sotto ai suoi baffi biond

rezione, alla Federazione. Sì, vi processerò; perchè non avete il diritto di rinc

o piant

nendo la porta aperta girò due o tre volte la maniglia e poi la

ettamente! Difatti.... - E con un r

ente, - disse lui calmo e c

la chiusi con violenza. - Non funziona affatto! - E gli

se; spinse la porta, tirò la porta. Niente. Solida, ferma, incrollab

suoi occhi mandavano lampi

li dissi, con gesto di comando. - Us

sgarbato. - Siete voi c

e poi, come quello mi guardava con occhi saettanti, mi

ominciò a dare delle potenti spallate nel legno. (Mi passò per la mente che se Lucien, colle sue esili e

berretto rosso che finora aveva tenuto in testa, afferrò il tavolino, lo alzò in ari

na lunga striscia bianca sulla vernice scura del le

porta. Gettò un'occhiata verso il piccolo uscio in fondo alla stanza, ma di sopra a quell

nica seggiola che pareva un isolotto in un mare di desolazione; ai miei piedi giacevano i ro

ueta disperazione lo commosse, per

anto sia penosa la sua situazione;

col quale ero qui rinchiusa, lontana da ogni soccorso; ma a dir vero egli non m'ispirava alcun senso di terrore. Era molto giovane e molto biondo. I capelli, scompigliati dai suoi gesti violenti, gli cadevano in ciocche soleggiate sulla fronte; erano bionde le ciglia aggrottate, e biondi i brevi baffi sopra la bocca risoluta. Aveva i

l muro colle braccia conserte. Io alzai gli occhi

iverà il diretto di Ginevra

anno! - esclamai su

ribattè lui con un sorri

dissi con un piccolo sin

Chi la

il velo grigio in testa, e ne ero tutta avviluppata come da una nube malinconica. - Non

nterrogare il capostazione. Irreperibile anche quello! Sarà una bella situazione, - soggiunse co

ensato. - Mio Dio! - esclamai, -

visa risata, e continuò a ridere e ridere, col

anquilla alterezza, dalla presenza di quello stolto giovinetto ridacchiante.... ma d

, il fischio del treno da Ginevra. Il capostazione smis

il treno entrò nella stazione e si fermò, con

n passi - nulla eccetto il profondo, asmatico respiro del treno. Allora il capostazione alzò le mani alla bocca e con due dita, allargan

o gridare, gridai alternatamente: ?Aiuto!? e ?Lucien!...? A mia grande mortificazione vidi che quell'uomo s

, si mosse. Ben presto il pulsante battito si fece più ri

gran pezzo immob

? - diss'i

o non

mpo dovremo

mattino, quando la c

amai, e chinando il ca

ersi il cappello e cerca

i tolti non sapevo dove metterli; se sul lavabo o per terra. Mi dec

non ero bruttissima. Già.... se avevo potuto piacere al conte Lucien de Lussain-Maldé, così difficil

. .

ono le ore?

no passati dieci minuti! Pensai alla zia Clotilde e al suo piede; pensai a Luci

ompagnavano - fiutando l'articolo sensazionale - un redattore del Journal de Genève e due altri cronisti che i de Lussain avevano invitato per render conto della festa. La strada è lunga, ripida, scurissima; e i tre saliv

lette de luxe?, ci guardavamo inebetiti ascol

gère

e? - ch

dita irrequiete tornò a far saltare

inire? Come pas

, ed egli mi parlò di suo padre, un vecchio dottore di La Chaux-de-Fonds e di una sorella ?bionda come una lampada accesa?. Mi pia

Ispagna e in Germania prima della guerra; aveva letto ?Also

ilieu de la classe?; e poi egli, seduto

no, allorchè uno strepito alla porta ci fece voltare. Era

già le sette

o Bérangè

ne? -

riggio al Chateau-Mirval, la contessa mi accolse con gelida cortesia; disse che suo fi

cuni giornali: la Gazette de Lausan

Fidanzata?. Il secondo, più faceto, intitolava il suo art

ratteri queste parole: ?IDILLIO DI NATALE I

iù vedut

ollana di perle di ottantasei gemme scelte; una meraviglia! Quanto alla Peu

viso roseo col fazzoletto rosso; - aspetto tra poco l'arrivo di qualcuno...

Claim Your Bonus at the APP

Open