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Gioia!

Chapter 10 No.10

Word Count: 8078    |    Released on: 04/12/2017

llinea

I DI CA

ci mi

rlare col

o, - diss'io,

etta qui. Vad

sopra a Gressoney la Trinité, verso un gruppo di

che passava in rivista le sue truppe alpine. Vestiva il pittoresco costume Gressonese:

dietro a Carducci che si fermò. -

ti parlerà. E tu, bada di rispondere

e a me. - Spero che frattanto non andrai a vagabondare pei boschi secondo

mentre vedevo allontanarsi la breve, poderosa figura col suo bast

iù cresceva la mia trepidazione. Pareva che la salita la facessi io; mi mancava il respiro e mi batte

che narra del mozzo sul bastimento incendiato

ood on the

but he ha

o fu detto: ?Rimani?; ed egli non si muove. - Il padre non torna perchè le

figuravo di essere l'eroina di grandiose ineffabili avventure anche ne

e pareva uscita fuori - per un istante solo, in punta de' piedi! - da un meraviglioso racconto de

l passo al poeta. Poi si richiuse ondeg

un ufficiale - un colonnello di artiglieria - risplendente e magnifico. E a me, cui sempre danzavano nella testa i versi,

olta un cava

le e pieno

egli avea p

to il Colo

proni avea, d'

tutto,

vanti a me, presentandosi in u

son, -

inclinand

ncarica di condu

nte; e al suo fianco asces

. .

la prima volta dopo quel giorno; non eri più Colonnello

e tue due figl

me: - Allason. - E subito mi riparlasti di quel lontano gio

; rico

o. Se anche la tua Regina, che tanto amavi, fosse entrata nella tua camera, tu non ti saresti alzato, non ti sare

e tue due figl

i, erano caduti da te come un logoro mantello da trincea, e tu uscivi fuori nella morte, bello e baldo nella superba divisa, colle med

olta un cava

e e pieno d

. .

mobile stava Carducci; mi pareva di scorgere nel suo sguardo rivolto a me una cer

ebbe. (Oh silenzio

parlò. Subito mi parve d'essere sola al mondo con lei. Virtù veramente regale, ella dava, parl

o parlai poco e Carducci non parlò affatto. (Già, egli era ?d'indole orsina? e amava di tacere quando non aveva nulla d'importante a di

amente regale. Ma è an

- chiesero le molt

r Piero si

lle vostre poesie, Sua Maestà m'interruppe subito

lle altre sig

cosa ris

si non senza trep

a me con un affabile sorriso:

chè? - chiese

ol dire? - chiesi io,

rdò di nuovo c

. Era una risposta

ch'io assai

rducci d'improvviso. - Ella non aveva al

so. Fortuna volle che i camerieri entrassero nella sala portando maestosamen

ere mi porgeva con benigno sussiego,

vol, e del tac

un'ala d

se di scatto co

sa? Cos'

la sagace

ignifica che bisogna prendere l'

Ma che poesia! - esclamò, crolland

ilmente ero io!) e il

ra spiritoso e brillante e amava gli scherzi. A Carducci gli scherzi non piacevano. O allora dovevano essere degli scherzi

ideva poco. E

a per una delle tre signore Serra-Zanetti che abitavano l'albergo. Ma poichè il tempo si guastava, la signora non volle uscire e il bu

che vedevo. Anche in città, egli s'irritava molto a vedermi andare con mano tesa verso tutti i cavalli di ?brum?; e sempre, avvistando qualche mali

no a portata di mano, che aveva un naso marrone, lungo e aristocratico,

o, Ciocca mi offerse di montar

iniosamente tentando di arrampicarmici coll'aiuto di una sedia portata da un cameri

e nella staffa e le redini incrociate all'inglese

. corna che trovi, - disse. E si

sonomia dei momenti foschi. Con occhi lamp

dire? - domandò c

niente, - rispose

ancor più Carducci. Lo vidi string

E dall'alto del mio cavallo (ricordando il successo

e mancò totalmente il suo effetto e

idamente, ed io cercai con furtivi calci di far impe

lo pensieroso e circospetto che ogni momento si fermava a sca

uesto cavallo vuol sedersi a guar

ne e trascinando il letargico quadrupede per l

montavo come

per fatalità tutti i villeggianti di Gressoney, di Saint-Jean e della Trinité parevano essersi dati convegno in quell'ora su quella strada. C'era il dottor Ry, c'era il p

Villa Peccoz e, come il cavallo volle

ai scivolare dalla sel

cci, che aveva scordato le sue ire.

i bucefali ed io salivo in sella e uscivo per sentieri e praterie, mentre Carducci camminava accanto

, a voi diletta s

ando, l'erte crin

. .

e cascatelle che tutt'intorno dall'alto delle rocce scaturi

ro sull'acqu

laggini che mi venivano in mente). - Lassù in alto stanno sdraiate sup

increspate e rutilanti e facendosi schermo agli occhi

a me. Quella lettera è ristampata nelle su

a Bologna. Ma io volli rimanere a vagabon

ca già a cassetta - guardarmi con quegli occhi vividi e s

zando il cappello e sc

go: - Vi ringrazio di essere st

già incappucciati di bianco e sull'immensa cerchia di cime algide nel cielo freddo. Certo, io gli appaio solinga e sperduta in tutto que

he se ne va tutta sola, p

an gesto che a Carducci piace, e i cav

i mi abbia raccomandata alla cura dei giganti montani, e mi par

fili telegrafici e sui ?Pass? non si passa più, io, in una slitta aperta - r

un thè di tiglio fumante col kirsch. Sua moglie mi sveste degli abiti irrigiditi e gelidi, e appena

questo per lo stomaco

ridi

co coi denti stretti, contemplando la fetta di g

o; e, maternamente, me lo applica sul pe

rdo esplicano i loro benefici effetti e

metri d'altitudine, e dove - non più difesa dai miei giganti amici

nvoco il tiglio e il lardo; invano!

Luzzatto. Sono stata a scuola coll'unica sua figlia, Evelina - rap

ne mi fa rispettosa, la malattia mi permette

rotesta nè ride, come avrei sperato. Dice: - E

morire....

Ch

e mamma. I miei fratelli? Arnaldo è a Tokio, Ferruccio a Nuova York; Anselmo a Buenos Ayres; Louise a Kew; E

ra d

rti Ca

a lo a

cigliato che mai. Mi guarda un

; e ti far

alo? - mo

. Sparisce. Sparisce anche la sig

dormo. Dormo per quattordici

i, a Carducci che è riapparso; e accanto

- Vedremo. Adesso

via tranquillizzato e ritornò a

olita, gli diedi due grandi baci, uno di qua uno di là sulle guancie, ed egli li subì col suo a

se a me con severità: - Mi farai il piacere, -

orpresa e m

Non vi bacio che quando partit

- Appunto. Non è necess

do arrivate per la gioia di vedervi, e

abituale d'impazienza battendosi un dito sul labbro per farmi tace

re al suo albergo; io ero mo

? - diss'egli

- mo

romesso u

ora ero

, - disse Carducci iroso. - Ti h

o? - feci f

che ti dare

argli le braccia al collo, ma memore dei suo

uan

o, - di

. Mi sent

i compera

Domanderemo al cameriere del Savi

e sempre alloggiava e vi lasciò le valig

che i cavalli si comperavano al Tattersall. Anzi, mandarono subito

mi colse

caro Orco, per comprar cava

e Carducci. - Ho venduto

e li

he cose; e lo Zanichelli me lo ha pagato moltissimo. - Carducci po

sbalordita davanti ad una si

rvai: - Dunque, in fondo.... conv

Sì, sì. Conviene.

acere, e dopo un i

e se parlassimo un poco....

rducci aggrottando le ciglia. - Non con

è?... c

libro che

el colore e della

e spalle, - mi pareva impossibile.... B

cevo io; grande e magro, diceva lui. Ma sugli altri particolari non fummo d'accor

caro O

i, - ti ho detto di las

one a un'altra tavola, lo scorse e venne a parlargli. Dopo che ebbero discusso varie c

uterebbe nella scelta. Tanto più che se ne inte

abilità. Era circondato da molti uomini - maestri d'equitazione,

li, cavalli bai, cavalli sauri, cavalli pomellati; passarono al passo, al

ti. Ad ogni nuovo cavallo che app

fico baio con due belle calze

losofia con cipiglio d

a due vale q

o mi ra

oda lunga e la criniera increspata come s

ettò a spiegarci che il puledro - un arabo puro sangue - apparteneva all

igantesco: breve coda irrequieta, orecchie mobili, nervose; occhi

gli facesse schifo. Era tutto nero, eccetto due calzerott

ifico! -

anco citò: - ?Balzano d

i con fervore a Carducci; e anche lui gua

ell'Apocalisse, - d

o il mio entusiasmo mi c

ccomi in sella, così in alto che mi

vallo ed io, come nella Mignon, la ?danza delle uova?. Poi partimmo al trotto, un trotto molto alto, un po' duro, che a scosse e sbalzi mi fece cadere il ca

riappuntavo le treccie, Carducci si avvicinò

sore si avvicin

va il direttore, - vedono que

te si disegnava tutto un intrico di delicate venatu

rincipio d'arterio

parvero meno interessanti della grande bestia nera. Allora mentre quattro o cinque dei ca

valli non costa pi

re volte la mano sui baffi prima di rispondere. Fu per me un mom

ello

l'Apocalisse - era

ila settecento lire, - di

direttore con un gesto lo fermò e lo invitò ad e

no stalliere che stava vicino

pallomèni, - r

.. A

minuto prima di spiegarmi meglio

lo? Si chi

he orrore! P

mento e abbassò gli angoli del

... Lo

ei desolata, volge

udito. - Babieca è il nome del cel

rducci ricompariva (a fianco del cavaliere, tutto sorrisi

nome vu

o: ?O Sauro Destr

disse Carducci. -

egaso.... Chirone.... Bellerofonte.... e vid

tagliai

nello sguardo.... e forse nel carattere.... assomigli un poco a voi. P

adesso basta. Io devo trovarmi alle quattro col march

gesto di salu

utò anch'esso fretto

artamento in via Borgo Spesso. Mi vedevo, io, arrivare alla sua porta con quel cavallo!... Spiegai al cavalier Rossi la situazione, ed egli fu gentilissimo; s

olìo mi percorse, fermandosi soprattutto ne

ra o all'albergo, per tre mesi non avevo più nulla. Allora andavo a rinchiudermi in campagna in casa di m

Borgo Spesso. Arriva

esclamò con ansia

tai. - Un cavallo nero, g

signora Emilia, con dolcezza

madietto delle medicine per

venire a vedere Giosuè Cavallo; ma ella, che aveva di tutte le bestie e

ne farai? D

a. - Non crede che.... l'onorevole Ricca

o ma

he montarlo qualch

zatto alzò gli

n parlargli

gliene

occava andare di qua e di là, per monti e valli, al trotto e al galoppo, per passeggiare e disciplinare Giosuè Cavallo (che se stava due giorni in scuderia diventava una belva). Volevo fare un viaggio a Lon

e mi consigliavano, ch

isogna venderlo. Biso

? Vender

atto questo regalo, che per niente al mondo avrei voluto dargli un simile dispiacere. Subito, il giorno seguente alla compera, egli

iosuè Caval

domattina, in carrozza col prefett

avallo negro-splendente al sole, trottai e galoppai ora davanti, ora dietro, ora a f

e, e avevo il torcicollo e un crampo indescrivibile nel braccio sinistro. Giosuè Cavallo non andava mai al passo. Neppure per un istante cessò dal suo trotto rigi

n sorriso pacato e soddisfatto; e chiudendo

urono scesi nel vestibolo, mi feci portare dal cameriere della legna in fascina, e rompendola a pezzetti ne riempii la valigia di Carducci. Accadde poi che, a metà str

valigia! Che cos'è tutta questa le

a, e voltandomi scorgevo Carducci feroce che, aiutato dal pre

avano - intimiditi dal suo cipiglio o dalla sua grandezza - mantenevano intorno a lui un'atmosfera di gravità e soggezione assai noiosa, credo che, in fondo, le mie monellerie lo riposassero da tanta grigia solennità. Quanto

raviglioso dei doni; soddisfatto di sè, di me e di Giosuè Cavallo; felice di aver

cari a cui chiedevo costantemente denari in prestito; per lui annunciai sulle quarte pagine dei giornali che davo lezioni d'inglese, tedesco, francese, italiano

ne e d'ira, di angoscia, d'amore e d'esecrazione che si prova

avo, spaurita e rapita, e sognavo di balzargli in arcione un giorno e via! a carriera, traverso monti, valli e frontiere, fino a giunge

apollinea, fier

redini io ti li

mito d

la folgore di Gi

rifichi, o che il

o e ca

ine così gloriosa. Disertai. Come quegli amanti che dicono: ?Moriamo insieme?, e poi al supremo passo l'uno vilme

a folle catastrofe che lo spezzò, e che portò me pure vi

re fu che non osai

ore. Egli mi scriveva ora - più sovente del so

bello. In cima alla mia mente sta l'imagine tua e sua, lanciati al galoppo, ondeggianti la nera crini

no. Ebbene, io allora - credo di poter dire che questa fu l'unica volta! - ho mentito e ingannato.

nunciò prossima

o recarmi subito a Napoli

ci ne fu

di cavalli agitatrice

nde salutare una regale Amica, e vedermi passare, sull'azzurro

ta - Arturo Colautti - che era venuto a trovarmi. Lo preg

lle; n

ch'era con

mo un cavallo che per un'ora personifich

della Guerra. E il marchese Lillo Catalano.... e il conte Bruno Torri....). Davanti al balcone della casa in strada Caracciolo dove io avevo preso alloggio, fu uno sfilare di foschi corridori: di mor

lmente su di uno por

Per quanto io lo molestassi con morso, scudiscio e tacco per animarlo, per farlo inalberare come soleva il mio nobile corsiero, Ras Alula scoteva la testa placidamente, partiva a un picco

o dis

ra e fissando lo sguardo, più focoso assai che non quello del

sul titanico e quiescente Ras nel cortile di via Caracciolo, vidi arrivare di corsa Maggiotto col

percorrere la bestia, che nit

sa gli fate

' di zenzero sotto la coda! - E abbandonò l

all'indietro. Cedetti le redini e con una scudisciata sulla testa lo richiamai; allora, tuffando il capo, partì forsennato,

imo la visione della sua faccia alzata a guardarmi - e odiai Ras Alula, e Maggiotto, e la vita.... e più di tutto odiai me stessa, che recitavo

i rosso vivido - era la carrozza reale, era Margherita preceduta dai suoi s

allentare la corsa, per non raggiungerla, sopratutto - imp

cedetti le redini, invano strappai a destra e poi a sinistra, segandogli la bocca.... la bestia in furore continuò la sua corsa! Fu miracolo se,

sto, come un lampo nero e villano, comparire e sparire le mie

e tutto e tutti e avrei voluto lanci

si calmò: sulla via traversa fece due o tre scivoloni, salì sul marciapiede com

. .

ci che Giosuè Cavallo non era più mio.... che non era più d

ndo, dopo molti anni, rividi Carducci nè i

. .

giorno vidi alzato verso di me il suo viso fiero,

n gli as

I ANNIE

anzo. (Bemporad - 2a e

emporad, 1

- Romanzo. (Be

e. L

e. - Dram

s! - Roma

esca.?

nutili. - D

- Romanz

STAMPA SU ?N

lla Sera (E

ealtà ed è fantasia, Naja Tripudians di Annie Vivanti. L'idillico e il tragico vi fanno un viol

nza a cui non si resiste. Singolare nel

i: la voce che canta più alta e più sicura

(Paolo De

me di delic

Italia (Die

tamente morale nella sua immoralità.... Quest'ultimo capitolo ha la durata di poche ore,... capitolo terribile, dove la descrizione di quella società equivoca è descritta con grande sapienza e dove tutti i vizi - dall'omo

e il suo romanzo è tanto più per

ale (Umbert

la superiorità di questo romanzo femminile su tant

co (Luigi

ficacia mirabili. In Naja Tripudians riconosciamo l'autrice sorprendente de I divoratori, fosca di Circe, violenta e smagliante di Vae Vi

pare abbandoni, ti riprende di colpo, e t'inchioda allo scrittoio, finchè hai le

Nicola Mos

conclusione fatale, così, come quella notte precipitava verso l'alba.

vo.... accennando appena un particolare, come una piccola fiammella che s'apre e chiude improvvisa, come se una

rale: è l'orrore del male, la nausea per il vizio, il ribre

Anto

a depravazione più abbietta. A pagine fresche come un riso di pueriz

scrive (Ferna

perchè in fondo non ha fatto altro che confidarci l'anima sua. Io non conosco Annie Vivanti, se non da un verso del Carducci..

apisco benissimo come altri possa preferire I divoratori o Vae Victis, romanzi

Cesare

lla precisione di altrettanti casi clinici.... Ricercando i gradi di parentela che possono esistere fra Naja Tripudians e le opere di altri artisti, viene fatto di pensare che Annie Vivanti abbia invocato, compiendo la sua nobile fatica, due grandi ombre: Victor H

lorosa, pittura più straziante, lettura più stru

i del

nella leggera e quasi trasparente musicalità dei periodi. Il libro incomincia con capitoli di una delicatezza

a di oscuro e misterioso.... Le pagine si fanno inquiete; a quel profumo di innocenza che

si come un misterioso brivi

profumo. Non si ha il tempo e forse nemmeno il coraggio di avvicinarli, tanto quel profumo ci prende, ci stordisce, ci travolge. Esciremo dalla serra, oppo

(Carlo d

una perfezione d'arte impeccabile, descritto il secondo, con una verità

Chi

rofonde in così bizzarro modo: qua, là, dovunque un dettaglio svegli l

belle pagine del romanzo. Al pari di tutti i libri dell

co a poco per tutti gli stadi dell'ansia e della trepidazione fino a raggiungere l'angoscia piena d'orrore c

rte; dei suoi occhi ancora pieni di stellante azzurro e dei suoi libri sempre saturi d

Nicola Mos

de con un senso

a in esso l'artefizio, nel quale era così facile cader

Ma

ielli d'osservazione, un prof

i Messina

vicenda - I divoratori - ; colei che seppe nel poema vibrante di verità accomunar

il lettore, sceglie un argomento semp

arte. La sem

(Antonio d

ntravede il futuro. - Carducci, da profeta, intra

ande, perchè originale, strana, ardita, ma sempre vera. Tutta la vita di Annie è una batta

isalta sulla tavolo

(Giuseppe

cche Inutili? ha creato ancora un'opera di grande bellezza artistica e di appassionata, travolgente poesia. Sopratutto da questo ultimo libro bisogna veramente riconosc

mpetuosa e serena, e la natura delle cose e degli uomini, porta nei suoi libri una veemenza ed un pathos, una sincer

una morale stentata, arcigna e ca

potenza di analisi e semplicità di espressione è narrat

Rodolfo Guid

terribile che martoria lo spirito, che esaspera, che

nti ha adoperato i colori più delicati, le sfumature più evanescenti,

chotte

son grand talent. Les derniers chapitres constit

TAMPA INGLESE S

ra

ti a quella rara cosa

egr

bellezza creata da chi possiede il più

l Trasc

ì come le grafie alternative (thè/thé/thê, Revoire/Révoire e s

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