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Speranze e glorie; Le tre capitali

Chapter 3 No.3

Word Count: 6376    |    Released on: 06/12/2017

uistione

STU

ipii del socialismo, i quali, d'altra parte, son noti: mi restringerò a parlare ai miei giovani amici del dovere, che, a senso mio, spetta a loro più che ad altri, di occuparsi della quistione; e compirò io stesso, così facendo, un dovere. Debbo anche premettere che non ho l'arroganza di rivolgere le mie parole a quelli tra voi, che le quistioni sociali e economiche hanno nel loro corso universitario, poichè questi potrebbero venire al mio posto e parlare in vece mia. Io non mi rivolgo che alla parte di v

sa: ma voi, per quistione s

alle quali non si può meglio ri

ia risposta

i questa società incivilita stia aperta, come una minaccia per tutti, la voragine spaventosa della miseria; che prenda forma più selvaggia ogni giorno questa battaglia per la vita che assorbe il meglio delle forze di tutti, e perverte le coscienze e inferocisce i cuori, atterrando intorno a ogni vincitore cento vinti; che milioni d'uomini che lavorano sian ridotti a paventare e a maledire come un flagello ogni invenzione dell'ingegno umano la quale abbia per effetto di scemare il bisogno che ha la società dei loro sudori; che il pane, che l'esistenza di famiglie innumerevoli dipendano anche in tempi ordinari dalle mille vicende di una disordinata e furiosa guerra mercantile, della quale esse non hanno nè colpa nè coscienza; è una necessità ineluttabile o è conseguenza d'una lunga serie d'errori? Che, in fi

da il socialis

voci risp

ente di udir la seconda risposta che la prima-son venuto a dirvi:-Non accettate la risposta che vi suggeriscono: cercatela voi ste

diverse, e credo che a pochi tra vo

a:-Attenetevi ai vostri studi-vi diranno allora:-Attenetevi ai vostri affari,-e vi vorranno relegare nella fortezza della casa e dell'ufficio come ora vi vogliono chiudere nel santuario della letteratura e della scienza. Occupatevi ora di quella quistione, ora che avete l'intelletto e l'animo aperto a tutte le grandi idee, ora che potete esperimentare in voi la verità di quello che un economista dottissimo disse: che l'intelligenza della scienza sociale procede dal cuore anche più che dallo spirito, ora che la durezza della lotta per la vita e la esperienza della tristizia umana non v'hanno ancora rintuzzato il senso della generosità e della compassione. Milioni di vostri fratelli a cui la fortuna ha negato il conforto e l'onore degli studi, e chiuso la via d'ogni agiatezza, confidano nell'opera della gioventù studiosa, sperano che almeno voi studierete spassionatamente la loro causa; e a questo noi v'esorteremmo del pari, quand'anche dalle vostre meditazioni doveste esser condotti a una fede opposta alla nostra, poichè noi pure, come quel focoso flagellatore dell'?Indifferenza

che lo contrasta al ragazzo; v'è una tal ressa di naufraghi intorno a ogni trave galleggiante, che quando uno per negligenza o per forza lascia andare la sua, non gli resta quasi più speranza d'afferrarne un'altra, e annega le più volte nella miseria. Il posto umilissimo che, per l'inferiorità forzata della sua educazione e per la falsità vanitosa della nostra, è assegnato nella società al lavoratore manuale, la cui opera si onora in astratto e si disprezza impersonata, e la scarsa e mutevole e spesso umiliante mercede con cui quell'opera è retribuita avendo per effetto che tutti rifuggano o cerchino d'uscire in qualunque modo dalla bolgia delle classi inferiori, ne segue che s'abbia un eccesso di produzione anche nel campo dell'intelligenza, che vi sia una sovrabbondanza enorme di gioventù colta alla quale la coltura non serve a nulla come l'oro all'affamato in mezzo al deserto, un esercito di riserva intellettuale, che, come quello della classe operaia, offre il suo lavoro in ribasso, e accetta ogni condizione di vita, e non trova a vivere nemmeno accettando ogni condizione. E il torrente ingrossa ogni giorno, e la piena è giunta per tutto a tal segno, che fin nel paese che deve alla sua grande coltura la supremazia politica e militare in Europa, si vede costretto il Governo a rifiutare il suo consenso alla fondazione di nuovi istituti d'insegnamento, perchè quelli che esistono sono già esuberanti al bisogno che ha la società di candidati. Lasciate ora che alle donne, poichè v'è anche per esse una quistione s

ano da riferire all'umanità, nella quale i vinti, che invece di sparire, si moltiplicano, non avrebbero che da unirsi, e lo possono, perchè i vincitori svaniscano come un nuvolo di polvere nell'uragano. Dicono:-la quistione è antica quanto il mondo.-E sia concesso. Ma quel che non è antico quanto il mondo è il grado a cui è pervenuto lo svolgimento del principio dell'uguaglianza, che è il fatto più generale, più costante, più ribelle a ogni umana opposizione che si conosca nella storia. Quel che non è antico come il mondo è la coscienza acquisita dell'uguaglianza civile e politica, che fanno sentire più profondamente che mai le disuguaglianze economiche; è la cultura maggiore ch

; che nel paese più colto e più potente d'Europa si mandino al Parlamento quaranta campioni della nuova idea, con maggior numero di voti che non ne raccolga alcun altro partito della nazione; quello che è nuovo è un accordo internazionale di agitatori che con una parola d'ordine lanciata da Parigi a Sidney e da Berlino a Nuova York fa nello stesso giorno dell'anno disertar gli opifici a nove milioni di operai, e vegliare sull'armi dieci eserciti come sotto l'imminenza d'uno sfacelo degli Stati. Quello che è nuovo affatto è che si spandano ogni giorno, da mille città, verso ogni parte, su tutta la faccia della terra, milioni di fogli parlanti, che predicano una speranza comune e soffiano in una sola passione, e s'accumulano nelle soffitte e nei tuguri come una provvigione di polvere da guerra. Ed è un'altra cosa nuova, che migliaia di poveri lavoratori d'ogni paese, finite le loro dieci ore di lavoro estenuante, si assoggettino la sera a una nuova fatica per istruirsi nelle quistioni sociali, si strappino il pane dalla bocca per sostenere il giornale che li protegge, e consacrino gli ultimi resti delle proprie forze alla propaganda delle loro idee e all'ordinamento del loro partito, e perdurino in questa opera con una

su tutte le quistioni che gli si legano, e gli si legano tutte, ogni giorno strappa agli avversari una concessione, disarma una resistenza, fa accettare un'idea. Ogni giorno, nell'esercito formidabile che gli sta a fronte, nel campo della politica, della scienza e delle lettere, un combattente s'arresta incerto, o butta via le armi, o le ritorce contro i suoi; e molti che continuano a combattere si sentono già spuntare nell'anima l'amor del nemico, e hanno già la diserzione nel cuore, e non la compiono se non per ragioni di personale interesse, o per timori e per riguardi sociali, o perchè non hanno fede che in un trionfo troppo lontano della causa che credon giusta. E di questo vacillamento e rimescolìo di coscienze si vedon mille segni ed effetti per tutta la scala della cittadinanza, dal maestro di scuola impacciato a dar ragione alla fanciullezza di tante mostruose anomalie sociali che non si possono più palliare coi sofismi antichi, al giudice che non sa più troncare in bocca all'accusato volgare la dichiarazione di principii che lesse egli medesimo nel libro d'un senatore del Regno, fino allo scrittore borghese che non può più scrivere pel popolo senza girare con artifici infiniti intorno alla grande quistione che gli si presenta inevitabile e molesta a ogni passo, scompigliandogli nella mente tutta la sua vecchia precettistica morale e patriottica, fino ai grandi predicatori dell'igiene pubblica, fino agli amministratori ufficiali dell'istruzione popolare, che dubitano e si scoraggiano vedendo l'opera loro urtare da ogni parte ed infrangersi contro la ferrea barriera della miseria e contro l'architettura stessa degli ordinamenti sociali. La resistenza alle nuove ide

assa che altrove la coltura del popolo, perchè v'è appena nascente la grande industria, perchè in più di mezzo il paese, come gli stessi socialisti riconoscono, il ceto operaio come ente collettivo non è ancor nato, e nell'altra metà è nato appena. Ma non dobbiamo credere che non esista l'esercito perchè, invece di esser serrato in colonne, è sparso in tiragliatori, nè che mancanza d'organamento voglia dir mancanza d'elementi, nè che non vi sian le passioni perchè mancano o sono informi le idee. E in questo appunto, per chi ben considera, dovrebbero riconoscer gli illusi il maggior pericolo. Le verità generali d'ordine sociale e economiche-è un vecchio assioma-si ritrovano allo stato di intuizione istintiva anche nell'animo dei più incolti, e però anche la parte più incolta del proletariato italiano, confusamente, le intende. Senonchè le idee-come dice un grande psicologo-seminate in menti incolte e feconde si svolgono in escrescenze selvagge e si trasformano in chimere mostruose; che è quel che avviene fra noi dove è tanto maggior temerità di dottrine quanto minor capacità vera di me

nire del socialismo, ne studia con amore le cause, le dottrine e le vicende per poterle esporre con schiettezza al popolo e fargliele comprendere e discuterle con lui e sfrondargli le illusioni pericolose ed eccitarlo, aiutarlo a istruirsi, a ordinarsi, a mettersi in grado di attuare sensatamente, quando il giorno verrà, la maggior parte possibile delle sue aspirazioni. Per questo, invece di dirvi:-Lasciate stare la quistione sociale perchè siete italiani,-vi dico:-Occupatevene tanto più perchè siete italiani-fate quanto è in voi perchè il vostro popolo non rimanga troppo addietro degli altri su questa via, se volete che, quando vegga gli altri vicini alla meta, non sia tentato di raggiungerl

o malauguroso, tante volte sbugiardato quante son le pietre miliari del cammino della civiltà, questa vuota parola così comoda alla infingardaggine intellettuale, così utile agli

ta? E la concordia di molti nel crederla attuabile non è una delle prime condizioni dell'attuabilità d'ogni idea? Sì, e se a questo organamento sociale che spreme la ricchezza per uno dalle vene e dalle ossa di mille, che condanna milioni d'uomini a un lavoro da bruti, non confortato da alcuna dolcezza di vita, da alcun godimento intellettuale, da alcuna speranza di sorte migliore, che smembra milioni di famiglie, che fa di milioni di case un inferno, che sfrutta ed opprime la donna, e decima, corrompe e deforma l'infanzia; se a questo stato di cose che, assoggettando una parte dei lavoratori a una fatica inumana, ne ricaccia nell'ozio forzato e nella fame l'altra parte, metà della quale, dopo aver lottato invano per risalire, cade nella mendicità, nella prostituzione e nel delitto; se a questa sciagurata divisione del mondo che, provocando di sotto l'odio e di sopra il terrore, fa somigliare la società civile a un triste castello dell'età media, dove la famiglia dei signori, seduta a banchetto, rabbrividisce al suono dei singhiozzi e delle imprecazioni dei prigionieri sepolti sotto i suoi piedi; se a questo mucchio d'orrori ci fosse davvero un rimedio, che uomo sarei io che non me ne curo, che non cerco di giovare quanto posso a scemarlo, che anzi concorro, pur non volendo, ad accrescerlo, e voglio fabbricarvi su la mia fortuna? Con che fronte posso io parlare di progresso, di civiltà, di fratellanza, di patria? E quand'anche fosse un'utopia il rinnovamento della società che ci propongono, quando non ci fosse che una minima parte di idee sane e di speranze fondate, non dovrei dedicare ogni mia forz

upatevi voi pure, quanto i vostri studi v

, non v'arrestate davanti alla sua parte arida o volgare, irta di cifre o gonfia di rettorica, procedete oltre le sue lacune nebbiose, e vedrete quante anime nobili e belle vi si son consacrate; quanti fortunati del mondo ne sono i più ardenti cavalieri; quante pagine forti e splendide di pensiero, quante altre riboccanti di pietà e di amore e di tutti gli affetti più delicati e più

e il mondo di scorcio, atteggiato in modo che gli interessi intellettuali e materiali della nostra classe ci si presentano come gli interessi della società tutta quanta; fate ancora per poco questo sforzo, che è di tutti il più difficile, poichè si tratta d'uscir da noi stessi, e di tutti il più fecondo, poichè, a chi lo compie, si mostra ogni cosa sotto un aspetto nuovissimo, e gli par di ricominciare la vita dello spirito e di avanzarsi in un mondo ignorato. E se, fatto quest'ultimo sforzo, rima

lletto. E andate innanzi senza alcun fine, senza attender nè sperar alcuna gratitudine, non cercando il premio che nella soddisfazione altissima di operare secondo coscienza, di non aver più bisogno di mentire, nè di soffocar la voce dell'anima, nè di mascherar l'egoismo; il che vi riuscirà assai più facile che non pensiate, perchè la grande quistione sociale, la quale tocca tutte le scienze come l'oceano bacia tutte le terre, ha pure questo di benefico, che schiaccia col peso della sua grandezza, che offusca con la forza del suo splendore ogni meschina vani

scenze della filantropia, e non v'è più stelle nel cielo. Ebbene, manca un'immagine al quadro: una moltitudine che empie tutto l'orizzonte, estenuata e lacera, rivolta tutta verso un punto dove biancheggia il cielo, con le braccia stese a invocare il nuovo sole, il sole che le asciughi le lagrime

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