Amore bendato
lui! No
le a dire perchè Ernesta era nell'età, in cui si ha bisogno di quell'inganno del pericardio che i profani chiamano amore, e doveva necessariamente trovare la sua testa lanosa la più bella testa dell'umanità mascolina, non vedendone altre da vicino. E non tralasciava di ringraziare il caso di averlo fatto venire nel momento buono, quando forse, attraverso le fantasticherie innocenti della natura campagnuola, incominciava a farsi strada nel sangue e nei nervi della bellissima creatura un po' di noia neces
essità strategica le pene dell'aspettazione e del digiuno ad un esercito impaziente e ad una guarnigione disposta a
cevano fremere come baci. Il dottore, dotto com'era delle debolezze femminili, non si dissimulava che vi ha una civetteria innocente, la quale si propone di piacere, unicamente per piacere, non importa a chi, al medico, al fattore, allo specchio; ma quel passaggio dal bianco al nero, addirittura, gli dava a pensare non senza ragione. Di tutte le figure rettoriche, l'antitsi mostrò disinvolto ed indolente, solo curante di rinvigorire la potenza fascinatrice che emanava dal proprio fluido. Fu docile come un bambino, la lasciò dire, la lasciò fare, e dal
garofani, i conigli, ed il dottore mostrò ad ogni volta, e scrupolosamente, la faccia di chi ?è lieto di fare una conoscenza,?
nesta gli lanciava ogni tanto, fu costretto a misurare i bocconi e pose qu
cadeva un paio di volte ad ogni portata, Agenore parlava di tutto e di tutti, a bocca piena, disseppelliva argomenti vecchi, ne creava di nuovi. E fu così, nella foga d'una bella narrazione filata, che gli venne fuori, senz'avvedersene: Leon.... Era uno
a mordendo una ciambella in modo
ivo....-nulla.... passa la vita al Caffè ed al Circolo; si ammala
al Caffè ed
marito è minacciato negli occhi, potrei citarle il conte S.... a cui una paralisi ha tolto il tatto; del gusto non ne parliamo; ve n'ha che non sanno più che
no spedale
; io, grazie
li dimostrato che egli, grazie al c
zione, si doveva credere la digestione avviata, il dottore reput
n viale. Agenore offrì il braccio alla signora, si guardò par
zo?-domandò Ernesta levando gli occhi
auto,-non mi mortifichi; creda che non so per
o nulla; le ho già dim
e.... e f
us
essi accettare le fantasie che stanno di casa
ccertò che la bella lo guardava in faccia
lle loro stravaganze! perchè qual frutto dal mio senno anticipato? Tanto ci è la tomba che darà il senno a tutti.... Potessi credere che la nostra individualità è preziosa e non si perde, che l'io non si distrugge e rimane conscio de
sta facendosi rossa in viso dal piacere.-Oh!
famigliari, della comunicazione del pensiero dei vivi coi morti, con un accento
e un incredulo, non sapeva nemmanco lei quel che avrebbe fatto; trasse il dottore sopra una panca, a' piedi d'una magnolia, gli ordinò scherzosamente di mettersi a sed
cceso, piantava gli occhioni in faccia al miscredente, gli stringeva le grosse mani, non gli l
ispondeva a sè stesso press'a poco così:-Il volgo profano direbbe che io sto commettendo una bassezza; ma di grazia
coppia ciarliera-e la trovò mutola. Agenore stringeva fra le sue una mano della bella, e la bella lasciava fare: pareva distratta, passava ogni tanto la mano libe
voce ferma, sicura, spontanea come un istinto, una voce che non poteva ingannarla, le ripeteva sdegnosamente:-Nulla, nulla.-Far d'una casa un nido, ecco la sostanza delle giuste nozze; il rimanente è finzione, è formula, è apparato per aggiungere solennità al vincolo. Volte le spalle al nido, lasciata solitaria e fredda la coltre che d
el cuore se tu osi profanare un nome
fronte; Agenore le sorrideva co
e voci dispettose della coscie
o tu vai debitrice
va l
sercitare il lampo dello sguardo e del sorriso a velarsi, a nascondersi, oppure ad accendere fuocherelli che ardano solitari e si spengano per mancanza di alimento; se il tempo è pigro, ti parrà forse men pigro occupandolo nelle finte battaglie dell'amore, nella scherma della civetteria. Sei giovine, bella, ardente, fantastica. Sappi comporre la tua gioventù
a mano sulla fronte, ed a
che ti abbandona, nulla al mondo che ti tiranneggia indifferente; ed a te stessa, unicamente, la vita, l'amore, la giovinezza devi. Non
si; cerca un cuore sano; dalla folla bambinesca, fatua, melensa, s
na certa trepidanza negl'occhi del dottor Agenore, il quale
magnolia, due volte, tre, con insistenza. E dove il dottor Agenore udì solo la nota ri
profonda, fe' cenno ad Agenore stesse zitto e ricercò coll'occhio
o e spiccò il volo a raggiungere la carovana de' suo
Ernesta pensosa;-p
re con un po' di malumore per lo scio
a non
rbo il suo dottore, raccomandandogli di affre