Le notti degli emigrati a Londra
era segretario del suo predecessore, un ungherese; il conte austriaco desiderò che restassi a quel posto. Il colo
. Non saprei dirvi le impressioni opposte, che questi turbini equinoziali produssero sopra il reggimento interamente ungherese, e sopra il colonne
quattro giovani, di cui Pet?fi era l?anima, fecero irruzione nelle scuole, e trascinarono gli studenti nella via di Hatvan. Si presentaron
patore. Gli scritti mancano
rlo, rispo
e macchine, suggerì lo stampat
macchine, e impongo agli ope
sky, che non partiremo da qui c
: la folla resta immobile. Coi dodici articoli si domandavano tutte le libertà, la eguaglianza dinanzi la legge, l?abolizione dei privilegi, l?autonomia dell?Ungheria, avente il suo re, imperatore a Vienna. Si esigeva che i soldati ung
i cravatta. Tutti lo conoscevano; lo si amava e lo si detestava eccessivamente. Egli era fiero, brusco, brutale nella sua franchezza, democratico intero ed assoluto, coraggioso fino alla storditezza. Bem, più ta
ia al sant
i, orsù
iavi od e
r di voi:
e, o Dio de
giur
giur
giogo di
o alla mina. Una voce immensa, la voce di tu
rono, e tennero i
i con
avi. In se
ormono. A
r sui lo
rne la
e, o Dio de
giur
giur
giogo di
la folla di nuovo c
i rip
o chi, p
re avrà
ita-inut
ù del pat
e, o Dio de
giur
giur
giogo di
la, alzando le mani al cielo
etto che la sua voce suonasse
ppi brilla
lio il brac
ppi fummo
da, a no
e, o Dio de
giur
giur
giogo di
, e tutti quelli che avevano
sth, si riscossero all?
vivamente, declam
ri al nom
loria re
il di ta
sangue l
e, o Dio de
giur
giur
giogo di
ntico della feste patriottiche della
ini il s
lcri nos
r un dì
i nostri
el n?esu
e, o Dio de
giur
giur
giogo di
ritornello, illuminandolo di una musica improvvisata
nè un bicchiere nè un tondo sulla tavola: tutto fu gettato in aria, come per lo scoppio d?una bomba. All?indomani il colonnello, informato di
l Fabio dell?autonomia ungherese; quello Stefano Szechenyi, che durante trent?anni fu alla testa di tutti i progressi, di tutte le audacie, di tutte le grandi cose e le grandi idee del suo paese, e che la catastrofe della rivoluzione doveva colpire di follia; il principe Eszterhazy, il quale, essendo in missione come deputato della Dieta presso l?arciduca Francesco
ti si alzarono al fragore della grande parola: libertà! eguaglianza! Tutti benedissero l?iniziativa dei Magiari. La Dieta di Kolosvar volle avere la sua notte del 4 agosto. I
più plebe! che sie
e, come un sol uomo, l?ass
alla legge, come lo siam
erono i deput
lli, ed abbiano comuni
ea, coprendo d?applausi
in avanti, tutti partecipino ai benefizii della libertà, dell?e
ovo patto, e mentre che lo strepito delle sciabole e mille evviva annunziav
ano la condanna della monarchia aust
già schiacciato l?Italia, se ne impadronì. I Croati diedero l?esempio. Il bano Jellachich, il ganzo fortunato dell?arciduchessa Sofia-la fatale amante del disgraziato duca di Reichst
i, ed un prestito di 42,000,000 di fiorini. Lo slancio era dato. L
doveva dire quel celebre: Multum fecisti, Janku, vere multum fecisti!, che lo fece passare per un letterato. Il Palatino tent
ne a bada la
ne finì coll
Drava! disse Batt
l venusto Croato: vi risparmio
uo esercito, accompagnato
arti in una volta, sclamò
uggì. L?Unghe
ero, erano restituiti in Ungheria. Il decreto fu comunicato al colonnello Tichter, come agli altri capi di corpo. Il colonnello lo stracciò, sotto il pretesto che non era il ministro della guerra dell?Impero, o dell?imperatore, che
e della partenza. L?ordine non venne
4.o squadrone
i arrivati da Vienna, e brontolava forte. La contessa leggeva appo di lui i giornali ungheresi, e sembrava raggiante. A quella fanfara inattesa, il colonnello si alzò, e corse alla finestra. Aveva una berretta ro
conte Tichter, fulminando
i, ponendosi alla testa de
ve an
h, colo
to l?ordine d
ella guerra, L
il colonnello; sono il padrone del reggim
re per noi, imperatore per voi. Egli
iero; un Consiglio di guerra
th sì.
lo adocchiò il capitano del 2.o squadrone, che ave
i del capitano del 4.o squadrone,
capitano, date ad un altro quest?ord
lasciarono Marienpol. Il colonnello lasciò
fosse posto alla testa dei due squadroni che gl
iciali e sotto ufficiali gli intimarono la parte
era la contessa. Egli medita un colpo.
colo per v
Vegliat
stesso, mi pareva sospettasse la mia passione. La contessa non aveva fatto nulla per incoraggiarmi, ma io aveva indovinato che il mio amore l?aveva
tar vicino a sua moglie, che ci seguiva a cavallo. Mi fe? restare presso di sè, onde trasmettere al reggimento i suoi ordini in ungherese, lingua ch?egli non parlava. Arrivammo al Dniester. Pioveva da tre giorni: il fiume era ingrossa
gui
ntessa, strappandogli
terp
a continuare il viaggio verso
lo vo
cavallo di Amelia, e ci lanciammo nel fiume. Fummo accolti all?altra riva con urrà interminabili: i miei compagni avevano veduto tutta la scena. Continuammo la marcia. Ci mancavano viveri e denari. Quel po
frazioni di reggime
iorno memorabile del
l re accusava di rivolta la Dieta, i ministri, la nazione, e nominava il conte di Lamberg, ungherese di nascita, austriaco di cuore, a commissario
onali; che la nomina di Lamberg era nulla; che le truppe non dovevano obbedire, sotto pena di tradimento. K
città era al colmo. Il
Proprio in quel momento noi avevamo attraversato Buda in mezzo alle frenetiche acclamazioni di una folla immensa e di un popolo intero,
venuto pallido, ma avevo obbedito. Essa andava da suo padre. Alla porta del magnate, volli ritirarmi, e colla
temi un istante, voglio
ncipe N
ncipe N
amm
dunque,
isonorato, al quale vostro padre fece dare ventiquattro colpi di frusta p
credendo vedere lo spettro di mio padre appiccato che mi gridava: vendetta! D?un t
zio, i
o creduto alle vi
cuore. Il Danubio, dallo sguardo giallo, dall?andare tranquillo e linfatico, borbottava alcunchè di rauco e d?indeterminato, ma non aveva già quell?accento di collera che s?indovina nel brontolío del Po e del San Lorenzo. Al di là, la roccia appesa e misteriosa che porta la cittadella, e sovrappiomba nel fiume. All?indietro, delle brune colline dai poggi di vigna, tagliati da burroni, lungo i quali s?arrampicano i casini, le osterie, i caffè, le cas
e ricon
e, gli tagliò il capo. Io aveva appena sc?rto un uomo vivente che mi squadrava di un?aria burbera; un minuto dopo, vidi una testa pallida ed insanguinata in cima ad u
legge, vi ord
gli uomini insanguinati se ne andarono c
nque giorni dopo, G?rgey disarmava mille ottocento austro-croati; ed il 7 ottobre, Maurizio Perczel raggiung