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Le notti degli emigrati a Londra

Chapter 9 No.9

Word Count: 3384    |    Released on: 06/12/2017

amo nelle regioni superiori del Danubio 55,000 uomini e 230 cannoni contro un esercito di 82,000 uomini e 324 bocche da fuoco. G?rgey contro Haynau, quell?Haynau che il macello di Brescia aveva posto

a riva sinistra del Danubio, che è la linea più lunga,

a questi ultimi sorrisi della vittoria erano più un?ironia che un favore del destino.

orze. Io mi battei come un semplice soldato. Haynau si preparò a marciare sopra Pesth per la riva diritta del Danubio, rimasta libera, mentre G?rgey intrigava e si allontanava continuamente dall?esercito, cumulando il grado di generalissimo con quello di ministro della guerra. Al 28, subimmo un?altra disfatta a Raab, e fummo obbligati ad abbandonare il terr

assa formidabile l?Ungheria non potè opporre che 150,000 uomini sopra un?estensione immensa: per mancanza d?armi, non per mancanza d?uomini. Non potendo far fronte a quella valanga, si cercò la salvezza nella strategia. Dembinski concepì il piano di campagna, prendendo per base d?operazione il Banato, provvisto di due difese naturali, la Tisza e la Maros. G?rgey, che era, l?ho già detto, incapace di formare

o che mi addolorò, quantunque lo trovassi salutare: un ussaro misurò a G?rgey, per di dietro, un colpo di sciabola alla testa-per liberare il paese ch?egli tradiva. Noi credemmo assicurata la vittoria. Da un punto all?altro, dinanzi agli Austriaci dispersi e Francesco

tradimento di quell?infame. L?esercito, commosso dai commentarii insolenti del colonnello Bayer, capo dello stato-maggior generale, si mostrò scontento della destituzione di G?rgey. Un Consiglio di guerra nominò due delegati, Klapka

a di demenza il Governo e l?esercito! Più G?rgey s?inoltrava nella via del tradimento, più la sua popolarità aumentava. A lui si attribuivano tutti i successi, mentre egli rigettava sopra questi e sopra quegli la responsabilità dei falli e dei disastri. Pure, le più brillanti vittorie dell?esercito del Danubio non erano state ripo

intorno a Comorn. L?esercito si battè tutta la giornata dell?11 luglio, senza riescirvi. Alla sera, dopo

lama, ove l?orribile gareggiava col grottesco. D?altra parte, Guyon aveva battuto Jellachich parecchie volte, e gli Unghere

imosa, verdastra e pestilenziale delle paludi. La puszta non era più quell?antico lago di 500 chilometri di diametro cangiato in prateria, che alla primavera sembrava un mare di verdura ondulante, limitato dalla gran curva del Danubio, da Pesth a Belgrado, ed il semicerchio delle montagne azzurre dei Carpazii; era un mare giallo, gonfiato qua e là da vapori bianchi, che strisciavano sotto l?aspirazione esausta del sole,-la nebbia avvelenata delle paludi, ove il toro bianco e la cavalla selvaggia degli Czikos, si trascuravano essi stessi, sonnolenti ed oppressi. La Tisza e la Maros travolgevano delle onde melmose d?un verde livido

e in Transilvania. Quest?impresa prendeva le proporzioni d?un miracolo; la storia si tagliava le ciarpe della leggenda. Ma in guerra i grossi battaglioni finiscono sempre col divorare i piccoli. I Russi, vene

ià due altre disfatte presso Teke, malgrado i prodigi che seppe fare con poche centinaia d?uomini, circondati dai Cosacchi, come il mare circonda un?isola. Nondimeno corremmo nel paese siculo a dar battaglia a Clam-Gallas. Vincemmo

orrendo in una piccola vettura tirata da due focosi inkers attaccati all?ungherese, con delle bardature chiamate csalang, da cui pendono da tutte le parti dei cuoi adornati da piastrine di ottone e da piccole strisce di panno pavonazzo come nappe. Vettura, cocchiere, cavalli e padrone furono rovesciati nel ruscello fangoso. Bem vi si

o per una buona ragione. Quello era uno stagno, coperto da una lanugine traditrice di erbe marcite, che prendevano la forma del terreno ove l?erba tentava di crescere. Il cavallo fece ancora alcuni passi sopra quella voragine di fango, aderente, tenace, viscoso. Pareva volare anzichè camminare, p

però per un momento che la sua cavalcatura colmasse la fessura della palude. Illusione della speranza! Derisione del destino! L?uomo che aveva vissuto di raggi, doveva morire soffocato nella melma. Lo vidi scendere, scendere sempre, immergersi fino a quel petto ove batteva un cuore così generoso e così eroico, fino alla testa ch?egli portava sì a

tò sopra Nagy-Szeben, respinse gli Austriaci a Medgyes, rovesciò i Russi a Vizahna, prese d?assalto Nagy-Szeben. Lüders accorse al

li con ques

aviglia. Ritirandosi, Bem incontrò la staffetta del Governo, che lo richiamava in Ungheria in qualità di generalissimo. Kossut

i scontri di retroguardia, barcamenandosi fra l?esercito di Paskevitch, che lo balestrava da una parte, ed un nuovo esercito russo, che veniva alla sinistra dalla Gallizia, condot

a bastonata! sclamò sorridendo G

e del suo corpo. Quando egli aveva emessa l?idea

vuol divenir Cesare,

ca 35,000 uomini in una specie di campo trincierato, appena abbozzato. Nonostante, la posizione non sembrandogli tenibile sotto le valangh

ano a prender stanza a Sz?reg. La battaglia ebbe principio il 5 agosto di sera. Gli Ungheresi avevano gli occhi abbagliati dal sole che tramontava ed impediva loro di vede

è il corpo di Kmety. Il vecchio generale polacco preferì, per fatalità, Temesvar, la cui guarnigione, credeva egli, non poteva resistere lungamente. Il Governo seguiva il corpo d?armata di Dembinski.

uo battaglione di volontarii, era stato ucciso. Gli ufficiali avev

sa, grid

ordini, rispo

e il c

svar, ove arrivai

issimo, schierò i battaglioni magiari, mise l?artiglieria in posizione, ed aprì il fuoco contro il nemico. Haynau rotto, sconvolto, fece

io comandava, e col battaglione del principe Nyraczi, copriva la ritirata. In un istante, l?avanguardia, sbucando da una stretta fra due avvallamenti di colline, si trovò di faccia all?inimico,-il corpo di Lichtenstein, che Bem aveva voluto evitare, cessando la lotta. Un fremito straordinario c?lse il nostro esercito. Bem si slanciò in avanti per prendere la testa dell?avanguardia, ma per un indietregg

e rossastro, sotto i colpi che dava o parava. La si sarebbe detta l?angelo scaduto dell?Ungheria che lanciava i suoi ultimi raggi avanti di eclissarsi. Non una parola le usciva di bocca. Il lavoro terribile che compieva, l?assorbiva. Ma i Cosacchi, alle prese con una giovine donna, bella di una bellezza più splendida di tutte le loro madonne bizantine, gettavano degli urli grotteschi, feroci, lascivi, pieni di d

te, vedendolo accorrere dall?altra estremità della gola, quasi al galoppo, abb

principe la vide sparire e parve disperato, poichè tirò una pistola dai suoi arcioni. Tuttavolta, per un istante, la mischia si calmò. Egli la vide, e la vidi io pure, quasi nuda ormai sotto quelle mani immonde. Il principe non ebbe che un secondo di quella vista orrenda, che a me parve un?eternità. Ciò bastò. Armò, pu

, gli gridai da lontano. Te

e. Levò lo sguardo dal cadav

l?aiuto d?un servo che ho f

. Avrei potuto forse salvarlo suo malgrado. Lo vidi cadere un istante dopo sotto i kandjari dei Russi, e coprire col suo co

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