Memorie di Giuda, vol. I
mi credevano perduto.
no al gabinetto, rischiarato vivamente da una lampada d'oro. Quello era l'apodyterium, - sala del palazzo d'Erode, per ispogliarsi prima d'entrare nel bagno - che io conosceva. Al di là, una porta mezzo nascosta da una tappezzeria di Mesopotamia
bra, ed un'anfora piena d'acqua. Io bevetti dell'acqua appena ingiallita da alcune goccie di quel vino, e sentii ritornar le mie forze. Vedendomi affatto ignudo in mezzo a quelle due belle schiave, arrossii. Una d'esse mi prese per mano e mi condusse nel tepidari
ersò il mio spirito. Mi dissi: Cosa vuole quella donna che si nasconde e che mi getta in mezzo a tentazioni così seducenti? Il cangiamento che s'era operato nella mia posizione mi dava a riflettere. Per uno sforzo di volontà, finsi l'indifferenza, e scendendo nella vasca d'acqua profumata, mi misi a nuotare ed a giocare colle ragazze, assolutamente come se fossi stato coi miei giovani amici nel Giordano, o nelle acque azzurre di Genezareth. Non poterono st
a rosso da una fornace esterna, e che erano maggiormente riscaldati dal vapore che si sprigionava dal serbatoio d'acqua bollente che stava nel
della valvola si rinnovava, ed un soave languore s'impadroniva di me. In quello stato mi avvolsero in un mantello di lana scarlatto, e mi trasportarono in un'altra camera riscaldata in grado minore, ove gli schiavi principiarono l'operazione della fr
ata di frangie azzurre. Dopo avere pettinato e profumato i miei bei capelli bion
liamento, non rivolsi una sola parola ad alcuno; l
suonatori d'arpa la precedevano. Io conosceva il sito. Traversammo due o tre sale imbalsamate dalle esalazioni degli alberi e dai fiori del giardino, ed arrivammo infine nel triclin
e stelle. Delle colonne slanciate di malachite dai capitelli scolpiti e cesellati come un gioiello della regina Cleopatra, sostenevano la v?lta. Queste colonne facevano spiccare lo splendore delle pareti ricoperte di stoffe bianche di seta della Persia, ricamate a fiori e in oro, inquadrate in cornici pure di oro ornate di pietre preziose. Dieci piccoli quadri, squisitamente voluttuosi, pendevano dall'alto dei muri a cordoni di porpora e di oro. Il mosaico del suolo rapprese
, circondato da un cerchio d'oro scolpito ed ingemmato, si stendeva dinanzi al letto, la cui spalliera era leggermente curvata, e le cui braccia erano imbottite sofficemente dai cuscini di stoffa bianco-dorata. Del resto per farsi un'idea della ricchezza di quella tavola d'un re asiatico, si consideri che un semplice avvocato di Roma, Cicerone, aveva pagato la sua
e l'altra con una stoffa di porpora, m'offersero a lavare le mani. Alla por
ngannato. Era Claudia, e Claudia
i Gerusalemme, non s'era ricordata di me. All'indomani, avanti di recarsi all'anfiteatro, fece chiamare Cneus Priscus e gli domandò conto della mia pers
croce od al circo, ma ne aveva saputo abbastanza sopra la mia condotta ed i miei sentimenti per diffidar
ondono l'abisso; la sua eleganza è un'esca; la sua mollezza è l'elasticità dell'acciaio: la sua frivolità maschera l'opera di un Catilina: la sua noncuranza è il riposo d'una attività febbrile: i suoi gusti sono espedienti per riescire. No
Priscus, per sorvegliarmi meglio, mi arrestò. Lo stesso ritratto, ripetuto a Claudia, affrettò la sua curiosità
rata al mio bagno singolare, e ritirandosi mutò le dispo
ava per le sue ore di frenetica ebbrezza. Si vedeva la sua carne palpitare sotto tutte le emozioni. Il suo seno dava la vertigine, meglio ancora dei suoi occhi se fosse stato possibile. Quegli occhi neri, profondi, grandi, vellutati, avevano uno splendore che ammortiva la luce ripercossa da tutto quell'oro e quelle pietre preziose. Le donne non si levavano i sandali per cenare; ma ella s'e
esser Tiberio per domare, per rattenere, per fissare quelle belve dell'amore. Un lampo traversò
che essa sola avrebbe incendiato un'orgia. Quella donna aveva dunque uno scopo. La sua condotta la denunziava. Avessi io fatto mille volte più che fatto non aveva pe
trincerai nella mia f
o di andare a prender posto presso di l
io, benchè sia la guardia del
rio, le alzerei un cellario e l'adorerei, risposi. Orfeo tr
a lei vicino. La sua te
scolaro del famoso Mosquion, detto il Fidia dei cuochi, quegli che
il gusto dello storione, alle murene il gusto del cinghiale, che serviva dei ravani per acciughe, che conosceva la geometria, l'astronomia, la medi
già al loro posto. Ad un segno dell'eunuco soprintendente al banchetto uno sciame di schiave di tutti i colori, mezzo ignude, come la lor
to allevare per me entro dei tubi, e che sono ancora più piccoli di Conopa, il nano d'Augusto, che pure non era alto che du
alla plebe, che neppur ne lo ringrazia. Io non principio
ti avrei procurato questo piacere, facendoti godere per q
o, dei sanguinacci arrosti serviti sopra un letto di prune della Siria, e pasticceti di melogranate, di lattughe,
a schiava egiziana ci presentava un paniere d'argenti io, ma ite
dia, perchè eccole lì c
lliera s'apriva all'altra parte della sala e la riempiva d'un nuvolo d'uccelli di tutti i colori. Si sarebbe detta
ue ova; Claudia lo sapeva. Nondimeno mi limitai a
inaccortezza di arrivare nella tua casa all'ora
i parte dritta della faccia scappa
essun
alla cintola, striscia sempre a me vicino, arriva sempre
bel musino c
ande caldaia della creazione; la bianca è la diluzione finale, esausta; la donna dalla tinta del bronzo levigato, l'è il metallo in eb
redevo poi tanto ammalata. Una donna col
due maghi e seguito alla sua volta da una schiava nubiana che teneva nelle braccia un piccolo burchiello d'oro. Quando le nuove masserizie furono posate sopra le tavole, e che i vassoi furono scoperti, vedemmo servire sul nostro desco dei fagiani, del selvaggiume, una testa di cinghiale contornata da tordi, dei pasticci, dei crostacei; una lepre alata come il cavallo di Pegaso. Nella piccola barca nuotava uno storione in un mare di salse, in mezzo a triglie ed a piccole orate; e sopra una piccola conca a quattro bacini d'oro, quattro satiri accoccolati, che versavano dal ventre, quando era compresso, un liquor
cena, ho delle schiave che cantano e suonano così
musica, risposi io, alzando le spalle. La musica è come
ne! il
o; mentre che il suono è la contorsione d'una budella di
e la Giudea ebbe un r
a sola musica: il bacio; e mi vi tengo, fino a quando non potrò regalarmi di quelle canzoni che un
replicò Claudia ridendo: aveva del buono sicuramente. M
provarti il contr
onna dalla fac
ta il pericolo,
e una retroguardia
resto la formerà
ontami come sta
Raccontandoli perdono la dora
ometto di cambiarti
do le mie labbra sopra un riccio dei suoi capelli,
pallidì, ma ebbe l'ar
nza; avevo gettato uno scandaglio. A
i fiori ed animali, s'ammonticchiavano i pasticci d'uccelletti, beccafichi, tordi, ortolani, dell'uva di Corinto e di Sicilia, delle noci inzuccherate, dei cotogni irti di chiodi di garofani che parevano tanti porcospini, delle tarte al mele dell'Imetto, dei fichi, delle pesche, delle fragole, mille frutti infine, ed un Priapo in pasta di mandorle, il seno adorno di piccoli fiori e gioielli simulati in zucchero, profumati come una cortigiana ed imitati alla perfezione. Le schiave ci versarono nell'istesso tempo dei vini di Cadice e di Sicilia, fluidi come l'
ommesso il fallo mortale di accarezzare coll
ofumi e di foglie di rose, la cui freschezza mi temperò. Di poi, probabilmente dietro un segno di Claudia, tutte sparirono, eccettua
era neppur volta dalla mia parte. Vedevo che io l'avevo offesa. Ma la confusione delle mie induzioni s'imbrogli
iai
comprende ella
soli,
rmetti di fart
Ma non fa n
osa son
, credo, rispose su
opo l
reso un servigio,
Lascierei i tesori stessi della tua bellezza ai miei schiav
edetti mi profondasse nelle viscere dell
oloso, ti accusano di cospirare c
o il più mortale nemico del tuo popolo, o Claud
orrise, e
one della torre Phasaelus; de
co la torr
io, q
se sospettare come un traditore; quella m'in
. Noi altre donne siamo frivole. Va dunque, sei libero. Però, credimi, lascia
o, tocco dal cangiamento che mi rivelava un
. Ma io non lo comp
are dei pericoli che tu vuoi partire, sta tranquillo, ne troverai qui,
ntimento del più alto disprezzo. Tutto ciò l'è roba ch
e per quell'es
ore. Claudia anche ella aveva osservato, ed era stata abbagliata dalla bellezz
lla fine; ma potrò
i contro Tiberio, dici tu, Giuda, sei implacabile, tu dici....
mormorai fra me stess
esto mondo non c'è d'impossibile che
a uscì e ritornò subit
udia, questo giovan