Col fuoco non si scherza
nco
Villa Serena?-chiese per la terza
o sempre un
i che? d
N
i v
Ho paura d
abbia ancora condotto il suo bravo zio d'America: e più as
disse finalmente Massimo
*
aveva conosciuto in casa del Colonello Polony la bella Vincenzina Stellini, sorella di Matilde e se n'era perdutamente innamora
l'andare a piedi nudi. Ma belle e piacenti, trascinate dal padre, vecchio gaudente, alle feste di tutti i carnevali torinesi, trovarono per via la loro fortuna. Matilde sposò il conte Polony, uomo non più giovane ma di una grande amabilità, soldato valoroso, già in b
ratura. Pare che dell'asse paterno non ancora diviso una parte gli spettasse di diritto: ma c'eran
ere il suo diritto: forse il suo fratello maggiore, coll'autorità che avea sempre esercitata nell'animo timido del giovane, gli dimostrò che alla sua età non gli conven
li sperava di tornare almeno capitano. La sua sposa l'avrebbe conquistata sul campo di battaglia. Fu una separazione dolorosa e lacrimosa di cui Vincenzi
gli aveva raccomandato, morendo, Matilde e Flora; ma gli avvenimenti precipitosi che seguirono al disastro di Custoza sconvolsero tutti i suoi progetti. Scoppiata la rivoluzione in Sicilia, il suo reggime
asione di ben collocarsi e di venir eventualmente in soccorso delle due famiglie. Già molte onorevoli richieste si erano presentate e altre se ne presentavano, a cui sarebbe stato imprevidenza nelle condizioni loro chiudere gli orecchi: ma Vincenzina si sentiva obbligata dalla sua parola. Il babbo Scellini reso querulo dalla sventura non cessava dal dire che le sue figliuole non avevan cuore per lui, che volevano lasciarlo morire di fame. Nel suo egoismo d'uomo gaudente e avido scriveva anche lui lettere indelicato al povero
onfusamente sentiva che Vincenzina, presa tra due feroci egoismi, non aveva avuta la forza di resistere. A lei forse avrebbe potuto perdonare: ma Camillo, che conosceva i suoi bisogni e il suo cuore, quest'uomo che nell'a
ssioni, s'imbarcò sopra una nave inglese per la via dell'America. E non era più tornato da quel dì. Laggiù fece qualche fortuna in piccole imprese minerarie e il governo ebbe a servirsi di lui prima come console, poi gli conferì il grado di ambasciatore presso i piccoli Stati della Bolivia e della Venezuela.
uoi mali, non ci era più motivo perchè
tanze. Il tempo seppellisce coi morti anche molti rancori vivi
uadere. Anche il suo cuore che era stato malmenato in tante battaglie e che aveva palpitazioni troppo frequenti, sperava di trovar quiete e vigore nell'aria nativa. Tornò, si lasciò condurre dal vecchio Cresti fino
te conveniva riandare parole e violenze che avevano nel tempo perduta ogni loro forza. La colpa era stata di tutti: forse di nessuno o di quel destino che non si sa che cosa sia. Ezio aveva trovato in Vincenzina una matrigna buona e indulgente, e in virtù di questo bene doveva essere più disposto a far verso lo zio un atto di te
è Cresti aveva delicatamente così ben preparato il terreno, era una sciochezza aver tutta quella sì grande
'io son peggio d'un fanciullo
a storia del Consolato e dell'Impero del Thiers, che insieme a qualche opera del Cantù e del Balbo
crudi bisogni. E dopo colazione si lasciò condurre al convegno. La sua visita era stata annunciata da Cresti, che aveva in giuoco anche lui il suo
he pensa di me, se gli sembro un uomo ragionevole o un pazzo. Se essa ci incoraggia, nessuno meglio di lei potrà fare il resto. Dille che io metto la mia vita nelle sue
quantunque sia un ambas
Massimo andò avanti solo e alla prima ombra che trovò si fermò ad aspettare il compagno, seduto sull'orlo di un muricciuolo. Dai giardini veniva un buon profumo di erbe aromatiche. La montagna sparsa di casolari, divisa in quadratelli coltivati, nella
o, il tempo che cosa avrà fatto di noi? Cresti dice che ella è ancora quella di prima, se non forse più bella: ma io non son più quello e stenterò a rientrare così rotondo come sono nella sottile immagine che forse ella conserva ancora di me. Dovrà ridere un poco vedendo quel che il tempo cava fuori da un brillante ufficiale di cavalleria, o, se è vero, come vuol Cresti, ch'io sia rimasto ancor vivo nel suo pensiero, dovrà piangere, vedendomi diventato l'astuccio di me stesso. Era forse meglio ch'io non risuscitas
e il piccolo Cresti comparì nel vano d'un portichetto e si avvicinò col suo passo diritto di soldatino di p
forse meglio rimandare il gran discorso a un'altra volta-dis
ai una grande paura...
che mi trem
lla strada-che cosa andiamo a fare a Villa Serena?
tormentarci? ma quando vide che Massimo rideva di lui, appunta
ssimo. Se saranno b
e fece suonare due forti campanelli che ne custodivano la soglia e che riempirono il cuore di Massimo di un di
in ansietà, dopo una notte mal dormita, trasal
sorella Matilde, vedendola così smarrita-
che? ma egli non è per
perdonat
e? tu hai sempre fatt
utto. Un mistero
è storia
o, senza mia colpa, gl
ore qualche rancore,
gran tomba. Va tu, va tu incontro p
tempie, corse col piumino della cipria leggermente sulla fronte e sulle gote, si considerò, forse si confrontò con un'altra d
ava nell'atrio e gli disse:-Dunque s
speriamo che nasca q
o adagio per il sentiero ombreggiato. Al veder la figura di una donna, Mas
e non sentiva più nemmen la voce del suo compagno, che gli faceva l'effetto d'un moscone. Fu scosso dagli schiamazzi allegri d'un giovinotto che, allacciandolo, stringendolo, pa
lmente esclamare quel pover
o me lo
osando un bacio lungo sulla testa del giovine, come se con quel bacio deponesse tutto il f
unse il Cresti, che preso anche lui dalla commozione, per non
de-disse Ezio
cenza-esclamò, ingrossando la voce, M
do ci si ritrova-dis
ccina? voglio dire quella piccina che dev'essere diventata un donnone? Dov'è Fl
spettavano alla villa Carlotta per n
Vincenzina....-soggiunse, t
grazie, ho piacere... Che bel s
anche
ia riconoscere una testa con molti capelli chiari, due grandi occhi chiari anch'essi, una figura di donna molto bella, forse ancor più bella d'una volta nella ma
vedeva luccicare tra la chioma dei platani e la balconata in uno sfondo luminoso in cui passavano le vele gonfie di ritorno dal mercato. Nella buona compagnia e nella evocazione delle antiche memorie, molta gente morta e dimenticata fu chiamata fuori e rimpiant
no alla sua voce per la soavità dell'espressione. Parlava scarso, in tono sommesso, svelando una natura sensibile fino alla paura, incapace d'imporsi e di affermarsi con una qualsiasi iniziativa, incapace ancor di più di volere e di non volere, di agire e di vivere per
iani era sta
n'era compiaciuto gelosamente come d'un bene dolce e arrendevole, che compensava gli a
di suo padre, aveva per dodici anni ceduto umilmente al suo dovere di moglie e di matrigna, portando nell'adempimento del suo
nche la benevolenza e la stima di Ezio, che si avviava all
atta d'una bianchezza un po' stanca che impallidiva di più sotto la massa dei suoi capelli più scoloriti. Ma gli occhi
stabilì che tutti sarebbero tornati a far col
o, si trovò un momento al fianco di lei e si mera
ha fatto provare una commozione di cui non mi senti
...-balbettò donna Vi
. Dovrò discorrere anche di lui a lungo: ma ora che siam q
ziarlo d'esser venuto: ma glielo disse in un modo così tenero e
n verso Bolvedro, stando in mezzo a loro du
ardino; ma quando fu presso il casino svizzero si
hai?-chie
ie
hè pi
on
un tesoro. Non è bene forse ch'egl
de: non pian
all
ch'egli abb
ma la bambina e Flora stima lui per tutti i suoi meriti. Un matrimonio oggi è diventato necessario, perchè nè si vuole tenere un vecchio amico sulla corda, nè si vuole lasciar Flora al pericolo d'una fantasia sbrigliata. Da qualche giorno mi pare che la sua testa non sia molto a posto: parla, canta, salta per la casa, esce e torna cento volte, si è data alla devozione e parl
esti, che gli veniva appresso, chinavasi spesso a raccogliere una foglia di menta, un rametto di timo, o a contemplare una piccola lumaca annicchiata in qualche corteccia: ma avvolgevasi anche lui nel filo di quei teneri pensieri che da un anno an
amma, Massimo Bagliani arso e trafelato si fermò, si asciugò la testa e il collo grondanti, e ru
ridere?-ch
dere, caro:
e c
sta
ntito d'esser disc
Cresti: tu
vata più bella! queste donne sen
tivo con le
non le hanno fatto male.
ssimo, ripigliando quel suo ridere convulso che finì c
evo sa
cio di me stesso: che...? che?.., altro che astuccio: il cofano
i due amici camminaro
ppi