Memorie del Presbiterio
neva le braccia, nude fino alle spalle, nell'acqua biancastra, e pareva assorto in qualche occupazione di grave momento,
o dalla fogna un cencio infilzato a un bastoncino, esclamò, c
o trovar l'acqua pulita alla mattina! Come si fa, se lascia
ssi io, sapreste i
che osservò fu-indovinate
no! ma questo era il p
are l'alpestre ornamento del mio muto compagno di viaggio colla
cime di camosci così grossi; è f
da lontano, epperò abbiamo bisogno di mangiare e di d
amente non ce n'è
C
il cu
ra il curato
cente che, per mancanza della locanda, n
vostro curato che
mica le insegne delle osterie, nè vi dormono sopra.-L'importante è che trovino un desco ed un letto; ciò ch
il tetto di un prete; quella di dovergli restare debitore di un servigio mi fece cava mia istantanea ripugnanza, apparente
il quale l'accettar l'ospitalità da un uomo di chiesa, non sarebbe sembrato certamente un derogare ai prop
ue altre occasioni, dacchè mi aggiravo su per quei mo
tragedia che si svolse nelle tenebre di un granaio, fra due
e, per conseguenza, gran parlatore. La sua vita domestica e i suoi sproloquii, non rammento se più degni di Casti o di
sacerdote di simil genere, mi spaventava quasi peggi
gio, di cui dovetti ripetere più volte il nome ch'ei non conosceva che in dialetto; dialetto
to; e c'è a due terzi di strada un torrente
o m'ha, come lo vedete, aiutato a guadar
; poi si volge per la strada più stretta, a mancina: q
e sano, voi e tutta
alla chiesa; di là
en
ncammi
insolita pulitezza. Alti gruppi di quercie si intercalavano bizzarramente qua e là all'abitato, coprendo le tegole di verzura e di
e, ed io vedeva, nell'umida penombra, di così cari motivi d
uno che possa offrirmi, pagando, una materassa? Una materass
mbe in aria non cade in terra la croce di un quattrino. I più agiati, in quest
roverò alloggio a
che ha cinque figlioli sulle spalle, apre ai forestieri di notte:
he facevate into
ua. Per esempio, veda, stanotte la voleva esser bella, se non c'era io a liberare da questa calza il p
ue impiegat
me se gli avessi parla
esto che non posso andar a casa
panile era fatto per destare la mia curiosità
ga alla porta, dopo il rosario, di domandarmi se ci sono stato ?Baccio e il pertugio??
dunque anche le f
eschi se si aspettasse una
arete bianca del presbiterio, e più in su, dietro la cima di
ura di donna; e, tranne il gorgheggio sommesso di un usignuolo, che rompeva l'aria a intervalli, per l'
chè la sua fisionomia sincera e gioviale erasi alquanto rannu
e della chiesa, e apparve davanti a noi una strana figura um
di pianto, e mettendo le mani sulle spalle della
Oh! la mia povera Gina... la mia po
o. Il campanaro era lì c
Anche il signor curato
chiamarlo. Ah! Baccio
so il villaggi
accento di così profonda desolazione, che me ne sentivo tutto atterrato. Nulla inf
arga fronte coronata di capelli bianchissimi; illuminati dalla luna, li avresti detti un'aureola. Non so quale solennità tras
vai il cappello e gli fi
immagine; quella della morte con cui stava per trovarsi a collo
colla testa fissa al v
; ho mutato avviso. Mi fermo q
sagrestano
lla sua voce strozzata che parea voler farsi ad ogni costo gen
don Luigi! questa sera ne aveva proprio bisogno. Se sapesse, signor mio, come ritorna s
badate che spenderò la vostra parola; che senza le info
a le sarà fatta; e ne avrò anch'io
ati che fummo alla porticina del presbiterio, ogni trepidazione, ogni ripugnanza mi avevano lasciato