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Memorie del Presbiterio

Chapter 8 No.8

Word Count: 1495    |    Released on: 06/12/2017

etro il muro del giardino parrocchiale, in cui dopo la messa, mi ero

daco d

he la terra della carbonaia era del Comune e deve ritornare al Comune. Ci dò un

noie della farmacia, perchè cacci le mani negli impiastri degl

tteste di venir

Anzi, dite pure a Brigida che, o manzo o vitello o pollo che sia, asp

nerò di ucci

a varrebb

per l'

a.... se è po

ata, e poi vi dirò ch

emettere un parere; ma qui, in m

n ho paura io

mico di Do

on lo siet

ranzo qui, domani pranzo da voi e il quassio e i

e ne sentire

do.... giovi

a dal cancello. Vedendomi, parve turbarsi un po', e, toccato il largo cappello di felt

cantoria non mi aveva fatto nessuna impressione, ora mi appariva improntata di una intelligenza, di un acume che traspariva da tutti i pori. Due occhietti grigi, un naso aquilino, due baffetti ed un pizzo di un colore impossibile fra il biondo e il grigio evidentemente resi così mercè qualche apparato chimico, i capelli appi

icinò, mi stese la mano,

come può essere, se don Luigi, da

zie; voi, che siete amico di tutti, come mi pare

e ha udito il

azzetta, qui

ità. L'aspetto da energumeno del nemico del vecchio curato, il parlar sibillino del suo convitato mi facevano intravedere il filo probabile d

ttere, poi prendendo una rosa ch

nte, e, abbandonato il ramo che rimb

morte quell'uomo. Alla messa, in piazza, nella farmacia, dappertutto, la sente la sua voce. E dover far finta di prenderci gu

e oggi avesse qualche

il suo discorso. Non ha veduto? Dondolavo il capo, tanto per dargli ad intendere che la ascoltavo,

inteso. Trattasi dunque di cosa in cui è presu

he s'agita da

lita sia molto erta, quasi tutti i giorni, al tramonto, e vi resta a leggere un libro, sempre quello, da venti anni in qua. Or son pochi mesi, essendo obligato da tempo a star a letto per una febbre ostinata, un bel giorno, dopo aver molto e molto sospirato, gli venne la fantasia di farsi vestire e trasportar da Baccio fino lassù, sotto la sua qu

che il sind

lla. Il curato infatti ci veniva incontro pel viale di mezzo, tutto sorridente, e spalancando le braccia. Avute le mie congratulaz

data un'occhiata in cucina? Come vedete, oggi

nandosi burlescamente: ho già impartite le ordinazioncine; ora tocca all

ese nuovamente la mano, e stringendo con effusio

di minuti. Ditemi, per carità, che cosa vi ha tolto la ciera contenta di ieri sera? avete dormito male? vi è

to a meraviglia, ho visto dei soggetti di pittura magnifici, tutto mi sorride e mi piace, sono vostr

ello che la muterei in fortezza, sclamò il curato, a cui il let

da un figuro che la lontananza non mi permetteva di ben definire. Nella posa di quei due uomini raggomitolati sotto quelle fronde, v'era un non so che di truce, di misterioso, che mi sgomentava. La testa del sin

egria, non potei resistere al bisogno, che mi pareva dovere, di addit

ecorelle. Guardate lassù quelle due: si direbbero

lle labbra, e un pallore, non so se di collera o di paura, gli coperse la fa

i conoscerete tutti i

andosi a più riprese

iva l'anim

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