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Memorie del Presbiterio

Chapter 7 No.7

Word Count: 1667    |    Released on: 06/12/2017

ti a salire, era coperto per metà da un'erba fitta ed uguale; l'altra metà era formata da una lunga scalinata a gradini bassi e lunghi di marmo bianco, levigatissimo. U

inata, le cantilene sacerdotali. Al mio giungere, tutti quei visi abbronzati, tutte quelle nuche piatte e arruffate, fecero

ancora voltato. Il curato che ravvisai alla sua corona di capelli bianchi, era circondato da due preti, meno vecchi assai di lui, a giudicarne dalle cuticagne, una fulva, l'altra nera ma che avevano un punto di strana rassomiglianza nelle chieriche, di ampiezza fenomenale; le avresti dette due ostie appiccicate alle chiome. La turba era g

rettarsi a far lo stesso dal lato opposto della chiesa. A volte, invece di scendere fra le teste, la borsa vi cadeva su: allora, chi si sentiva chiamato alla carità con così eloquente linguaggio, la faceva

preparato un posto in cantoria,

icina quasi invisibile, mi precedette al bui

d'immagini dei romani. Non sogni d'ambirlo chi lavora la terra, o chi pascola il gregge, nelle arti lo ottengono, a volte, il fabbro ed il falegname perchè membri quasi indispensabili della fabb

e lassù come a una regia, i villani danno il passo, e poi guardano i f

excelsis menando le gambe e le braccia, e tenendo fissa la fa

e supposi esistesse disotto a quella cravatta nera: il mio realismo non giunge sin là. Solo vi dirò

guzzo ed un naso aquilino, tenuti insieme da una pelle color di dattero maturo. La piccola testa spa

ccia dell'altro non aveva nulla che si prestasse all'analisi. Una certa pretesa borghese appariva nell'abito festivo del farmacista (giacchè non ho nessuna ragione per indugiare a

cosa all'orecchio, si posero a parlare a voce men bassa. Mi pa

non occorre aver studiato il latino

tto il contrario; benchè, quanto al latino, mi possa permettere

o; quel che è del comune è del comune, e

l proprietario? Perchè da oltre quarant'anni il proprietario vero, essendo lontano, lo aveva lasciato senza volerlo

avuto a fare con me,-vorrei vederli adesso

o, è la legge che parl

Don Luigi cede all

elevazione gli tapp

edero a battersi il petto. Il sindaco con col

diventata, sotto le dita dell'organista che vi ho descritto un trillo di due n

atore s'incurvò sulla tastiera, alzò i ginocchi, alzò le bracc

i era rimesso a sede

o volete fare di queste canno

i aveva parlato, e non avendo inteso a che sogget

iprese con questa

no, sarete inv

r sindaco, è d'abitud

orni, soggiunse il primo c

.... perchè io non sono invitato; bisogna sapere il latino per essere inv

un modo! che vi importa mai d

o dovere. Non ho mica paura dei preti! Eh, eh, mio padre, come mi ve

sindaco...... la prudenza

imonio anche voi. Domani siete in libertà? Venite a p

erò, signo

ilitare, e sacr....

unto. Fort

metà la bestemmia, ripiegò dicendo: Fortezza, fort

rganista infrenava i suoi tromboni e lasciava smori

no nei silenzioso raccoglimento della Com

tizzito al sindaco, mi

tro il filo del suo ragionamento che malgrado l'interruzio

precario e to', mi hanno detto, sono sicuro che, per essere

ere, suggerì dolcemente l'organista che, ai su

uno sguardo bieco stereotipò sul viso to

faccio perder io il lati

r darsi contegno ruzzolare la mano sui tasti acuti facendone spr

usar prudenza? ammon

cchiusa dai più impazienti penetrava nella chiesa con un raggio

missa

volgeva e qualche occhietto saettava sguardi curiosi i

ivano con gra

e la mia presentazione, per dirla in istile di pergamena

,-esse di essere vedute: e gli uomini nella loro ingenuità montanina guardavano amorosamente con ar

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