5.0
Comment(s)
3
View
51
Chapters

Decadent fin-de-siecle novel about aristocratic Romans, made into a film by Visconti.

Chapter 1 No.1

Il primo ricordo è questo.

Intendevo, quando ho incominciato il racconto, intendevo: questo è il primo ricordo che si riferisce alla cosa tremenda.

Era di aprile, dunque. Eravamo da alcuni giorni alla Badiola.

-Ah, figliuoli miei,-aveva detto mia madre, con la sua grande ingenuità-come siete sciupati! Ah quella Roma, quella Roma! Bisogna che restiate qui con me, in campagna, molto tempo, per rimettervi.... molto tempo....

-Sì-aveva detto Giuliana, sorridendo-sì, mamma, resteremo quanto vorrai.

Quel sorriso ridivenne frequente su le labbra di Giuliana, in presenza di mia madre; e, se bene la malinconia degli occhi rimanesse inalterabile, era così dolce quel sorriso, era così profondamente buono che io stesso mi lasciai illudere. Ed osai mirare la mia speranza.

Nei primi giorni, mia madre non si distaccava mai dalle care ospiti; pareva che volesse saziarle di tenerezza. Due o tre volte io la vidi, palpitando d'una commozione indefinibile, io la vidi accarezzare con la sua mano benedetta i capelli di Giuliana. Una volta la udii che chiedeva:

-Ti vuol sempre lo stesso bene?

-Povero Tullio! Sì-rispose l'altra voce.

-Dunque, non è vero....

-Che?

-Quello che mi hanno riferito.

-Che ti hanno riferito?

-Nulla, nulla.... Credevo che Tullio ti avesse dato qualche dispiacere.

Parlavano nel vano di una finestra, dietro le cortine ondeggianti, mentre di fuori stormivano gli olmi. Io mi feci innanzi, prima che s'accorgessero di me; sollevai una cortina, mostrandomi.

-Ah, Tullio!-esclamò mia madre.

E si scambiarono uno sguardo, un po' confuse.

-Parlavamo di te-soggiunse mia madre.

-Di me! Male?-chiesi con un'aria gaia.

-No, bene-disse Giuliana, subito; e io colsi nella sua voce l'intenzione, ch'ella certo ebbe, di rassicurarmi.

Il sole d'aprile batteva sul davanzale, riluceva nei capelli grigi di mia madre, svegliava qualche tenue bagliore su le tempie di Giuliana. Le cortine candidissime ondeggiavano, si riflettevano nei vetri luminose. I grandi olmi dello spiazzo, coperti di piccole foglie nuove, producevano un susurro, ora leggero ora forte, alla cui misura le ombre or meno or più si agitavano. Dal muro stesso della casa, ammantato di violacciocche innumerevoli, saliva un profumo pasquale, quasi un vapore invisibile di mirra.

-Com'è acuto quest'odore!-mormorò Giuliana, passandosi le dita su i sopraccigli e socchiudendo le palpebre.-Stordisce.

Io stavo tra lei e mia madre, un poco in dietro Una voglia mi venne, di chinarmi sul davanzale cingendo l'una e l'altra con le mie braccia. Avrei voluto mettere in quella semplice familiarità tutta la tenerezza che mi gonfiava il cuore e far intendere a Giuliana una moltitudine di cose inesprimibili e riconquistarla intera con quell'unico atto. Ma ancora mi tratteneva un senso di temenza quasi puerile.

-Guarda, Giuliana,-disse mia madre, indicando un punto del colle-la tua Villalilla. La scorgi?

-Sì, sì.

Ella, schermendosi dal sole con la mano aperta, aguzzava la vista; e io, che la osservavo, notai un piccolo tremito nel suo labbro inferiore.

-Distingui il cipresso?-le chiesi, volendo aumentare con la domanda suggestiva il suo turbamento.

E io rivedevo nella mia imaginazione il vecchio cipresso venerabile che aveva al suo piede un cespo di rose e un coro di passeri alla sua cima.

-Sì, sì, lo distinguo.... appena.

Villalilla biancheggiava a mezzo dell'altura, molto lontana, in un pianoro. La catena dei colli si svolgeva d'innanzi a noi con un lineamento nobile e pacato, per ove gli oliveti avevano un'apparenza di straordinaria leggerezza somigliando a un vapore verdegrigio cumulato in forme costanti. Gli alberi in fiore, bianchi e rosei trionfi, interrompevano l'uguaglianza. Il cielo pareva di continuo impallidire, come se nella sua liquidità un latte di continuo si diffondesse e si dileguasse.

-Andremo a Villalilla dopo Pasqua. Sarà tutta fiorita-io dissi, tentando di rimettere in quell'anima il sogno che le avevo strappato brutalmente.

E osai accostarmi, cingere con le mie braccia Giuliana e mia madre, chinarmi sul davanzale tenendo la mia testa tra l'una e l'altra testa; in modo che i capelli dell'una e dell'altra mi sfioravano. La primavera, quella bontà dell'aria, quella nobiltà dei luoghi, quella placida trasfigurazione di tutte le creature per una virtù materna, e quel cielo divino pel suo pallore, più divino come più si faceva pallido, mi davano un senso di vita così nuovo che io pensai tremando dentro di me: "Ma è possibile? Ma è possibile? Ma dunque, dopo tutto quel che è accaduto, dopo tutto quel che ho sofferto, dopo tante colpe, dopo tante vergogne, io posso ancora trovare nella vita questo sapore! Io posso ancora sperare, posso ancora avere il presentimento di una felicità! Chi dunque mi ha benedetto?" Pareva che tutto il mio essere si alleggerisse, espandendosi, dilatandosi oltre i suoi confini, con una vibrazione sottile, rapida e incessante. Nulla può dare un'idea di ciò che diveniva in me la sensazione minima prodotta da un capello che mi sfiorava la guancia.

Rimanemmo alcuni minuti in quell'attitudine, senza parlare. Gli olmi stormivano. Il tremolio innumerevole dei fiori gialli e violacei, che ammantavano il muro sotto la finestra, incantava le mie pupille. Un profumo denso e caldo saliva nel sole, col ritmo di un alito.

A un tratto, Giuliana si sollevò, si ritirò, smorta, con qualche cosa di torbido negli occhi, con la bocca sforzata come da una nausea, dicendo:

-Quest'odore è terribile. Da il capogiro. Mamma, non fa male anche a te?

E si volse per andarsene; diede qualche passo incerto, vacillante; poi si affrettò, uscì dalla stanza, seguita da mia madre.

Io le guardai allontanarsi per la fuga delle porte, ancora tenuto da un resto della sensazione primitiva, trasognato.

Continue Reading

You'll also like

THE SPITEFUL BRIDE: MARRY TO RIVAL'S SON

THE SPITEFUL BRIDE: MARRY TO RIVAL'S SON

Ray Nhedicta
4.6

"Let's get married," Mia declares, her voice trembling despite her defiant gaze into Stefan's guarded brown eyes. She needs this, even if he seems untouchable. Stefan raises a skeptical brow. "And why would I do that?" His voice was low, like a warning, and it made her shiver even though she tried not to show it. "We both have one thing in common," Mia continues, her gaze unwavering. "Shitty fathers. They want to take what's ours and give it to who they think deserves it." A pointed pause hangs in the air. "The only difference between us is that you're an illegitimate child, and I'm not." Stefan studies her, the heiress in her designer armor, the fire in her eyes that matches the burn of his own rage. "That's your solution? A wedding band as a weapon?" He said ignoring the part where she just referred to him as an illegitimate child. "The only weapon they won't see coming." She steps closer, close enough for him to catch the scent of her perfume, gunpowder and jasmine. "Our fathers stole our birthrights. The sole reason they betrayed us. We join forces, create our own empire that'll bring down theirs." A beat of silence. Then, Stefan's mouth curves into something sharp. "One condition," he murmurs, closing the distance. "No divorces. No surrenders. If we're doing this, it's for life" "Deal" Mia said without missing a beat. Her father wants to destroy her life. She wouldn't give him the pleasure, she would destroy her life as she seems fit. ................ Two shattered heirs. One deadly vow. A marriage built on revenge. Mia Meyers was born to rule her father's empire (so she thought), until he named his bastard son heir instead. Stefan Sterling knows the sting of betrayal too. His father discarded him like trash. Now the rivals' disgraced children have a poisonous proposal: Marry for vengeance. Crush their fathers' legacies. Never speak of divorce. Whoever cracks first loses everything. Can these two rivals, united by their vengeful hearts, pull off a marriage of convenience to reclaim what they believe is rightfully theirs? Or will their fathers' animosity, and their own complicated pasts tear their fragile alliance apart?

Chapters
Read Now
Download Book