L'Innocente
nno delle sonagliere, lo strepito della carrozza che s'allontanava portando Federico verso Casa
andare. Ti chi
il vecchio che m'era parso un po' attonito
-esclamai, quando io
ità che m'aveva invas
ere, suscitava e moltiplicava quanto di buono e di giovine era ancora rimasto in me, m'isolava dal mondo, concentrava a un tratto la mia vita nel cerchio delle mu
e? Come poteva non intendermi? Come poteva non esser colpi
sua voce velata, debole, sempre esitante di quella singolare esitazione già da me notata altre volte, che la faceva se
o è che non lo rivedo così fiorito! L'ultima volta che ci venimmo f
va. Ella stessa, con le prime parole pronunziate in quel luogo, aveva incominciato ad evocare i ricordi. Si soffermò, dopo
role appassionate e dolci, provando un bisogno folle d'inginocchiarmi d'avanti a lei su la ghiaia,
to supplichevole. E seguitò a internar
igia a piccoli trifogli bianchi. Vedo ancora la sua persona elegante in quel colore fine e sobrio avanzarsi tra le folte m
di giaggiòli. Qua e là le rose si arrampicavano su per i fusti, s'insinuavano tra i rami, ricadevano miste in catene, in ghirlande, in festoni, in corimbi; a piè dei fusti le iridi fiorentine elevavano di tra le foglie simili a lunghe spade glauche le forme ampie e nobili dei loro fiori; i tre profumi si mescevano in
Ella guardava intorno a sé con occhi mobili e attenti, come temendo che le sfuggisse qualche cosa. Due o tre volte io sorpresi su le su
e p
remmo mai dovuto
o, Giu
sentavano, con un grido, rapide
o. Oh, lo so: quel che ho sofferto è forse poco al confronto di quel che t'ho fatto soffrire. Lo so, lo so: tutti i miei dolori non valgono forse il tuo dolore, non valgono le tue lacrime. Io non ho espiato il mio fallo, e non sono degno d'essere perdonato. Ma dimmi tu, ma dimmi tu quello che io debbo fare perché tu mi perdoni! Tu non mi credi; ma io voglio dirti tutto. Te sola veramente io ho amata nella vita; amo te sola. Lo so, lo so: queste sono le cose che gli uomini dicono, per farsi perdonare; e tu hai ragione di non credermi. Ma pure, vedi, se tu pensi al nostro amore d'una volta, se tu pensi a quei primi tre anni di tenerezza mai interrotta, se tu ti ricordi, se tu ti ricordi, vedi, non è possibile che tu no
i quando in quando all'angolo della bocca. E poiché, ella taceva, incominciò a muoversi in fondo a me un'inquietudine vaga. Un senso vago di oppres
erdonerai, io non potrò mai perdonarmi. Ma non t'accorgesti tu che io ero malato, che io ero demente? Una maledizione mi perseguitava. E da quel giorno io non ebbi più un minuto di tregua, non ebbi più un intervallo di lucidezza. Non ti ricordi? Non ti ricordi? Tu, certo, sapevi che ero fuori di me, in uno stato di demenza; perché tu mi guar
rsi cadere, anelando. Più tardi, soltanto più tardi, nelle ore che seguirono, compresi tutta la mortale angoscia esalata in quell'anelito. Ma allora non altro compresi che questo: "il ricordo dell'orribile tradimento
bivio. C'era là un
mo, un
pensiero. Molte memorie di tenerezza erano legate a quel vecchio sedile di pietra. Il cuore non mi si gonfiò di rammarico ma d'una avidità affannosa, quasi d'un furore di vita, che mi diede in un lampo una visione
uesta ch'io ti do? Non avremmo mai dovuto partire di qui-tu dicevi, dianzi.-E forse saremmo stati felici. Tu non avresti sofferto il ma
chiuse; e ascoltava, immobile. I cigli le spandevano a so
ho orrore come un forzato ha orrore della galera dove ha vissuto morendo tutti i giorni un poco. E ho dovuto passare d'oscurità in oscurità, per anni, prima che si facesse questa luce nella mia anima, prima che questa grande verità m'apparisse. Non ho amato che una donna: te sola. Tu sola al mondo hai la bontà e la dolcezza. Tu sei la
a disse, così pian
sgorgarono di tra i cigli, le solcarono le gote, le bag
, con un brivido di felicità suprema, g
ano d'esprimere con un atto, con un gesto, con una carezza l'ineffabile passione interiore. Le sue lacrime caddero su la mia guancia. Se l'ef
ami bere,-
ccavano. Una pieghevolezza strana era venuta alle mie membra, una specie di fluidità illusoria per cui non avvertivo p
sta felicità? Sono io, guardami, sono io che ti parlo così; guardami bene, sono io.... Se tu sapessi come mi pare strano tutto questo! Se ti potessi dire!... So che ti ho conosciuta prima d'ora, so che ti ho amata prima d'ora; so che ti ho ritr
e giunga all'orlo delle labbra modulata non nella materialità dei nostri organi ma nell'estremo fondo de
avamo pur sempre due esseri ben distinti, separati, estranei. La stessa diversità delle nostre attitudini aumentava il distacco. Ripiegata su sé medesima, premendosi con le sue mani il fazzoletto su la bocca, ella singhiozzava; e ogni singhiozzo le scoteva tutta la persona, pareva rivelarne la fragilità. Io stavo ancora in ginocchio d'innanzi a lei, senza toccarla; e la guardavo: stupito e pur nondimeno stranamente lucido; attento a sorvegliare tutto ciò ch'era per accadere dentro di me, e pur nondimeno avendo tutti i sensi aperti alla percezio
on restai là su la ghiaia, ai piedi della donna che nella fuga di pochi attimi m'ave
presso; e la mia voce era così sorda che io medesimo a pena la udi
e lacrime, le si dilatarono esprimendo un'ansietà estrema, come se mi ave
ggiunsi, rivelando il mio pensiero
sai; sono tanto malata. Non ho potuto resistere.... a quello che mi dicevi. Tu intendi.... M'è venuto questo accesso all'improvviso.... è una cosa dei nervi.... com
ella non poteva vedermi soffrire. La sua sensibilità per questo riguardo era esagerata così che io potevo ottener tutto da lei mostrandomi dolente. Tutto ella avrebbe fatto per allontanare da me una pena, la minima pena. Spesso allora io mi fin
ncora veduto nulla.... Andiamo verso la peschiera. Voglio bagnarmi gli occhi.... Perché mi g
. Che ora sarà? Sarà mezzogiorno? Federico ripasse
nsuale. Mi è impossibile definire la delicata seduzione che emanava da quella creatura su i miei sensi e sul mio spirito, in quello stato di conscienza irresoluto e confuso. Ella pareva dirmi, mutamente: "Io non potrei essere più dolce. Prendimi dunque, già che mi ami; prendimi nelle tue braccia, ma piano, senza farmi male, senza stringermi troppo forte. Oh, io mi struggo d'essere accarezzata da te! Ma credo che tu potresti farmi morire!"
lungo e profondo che agitò tutta la essenza delle nostr
dere un po' di forza-supplicò, stendendo le mani come per tenermi dis
neo; e subito uno stato nuovo si formò sotto l'influenza immediata delle circostanze, sotto l'urgenza del sangue riacceso. Non altro più conobbi che questo:-la donna che io desideravo era là, d'innanzi a me, trema
le mani, intrecciando le mie dita alle sue.-Una volta eri legger
come chi considera e risolve rapidamente. Poi scosse il capo; e arrovesciandosi in dietro e appenden
tiram
ma, con una specie di furia convulsa, come presa da una frenesia repentin
, quando ebbe distaccat
languore, in quel viso così pallido e così tenue, mi diede veramente l'impression
igli le tremolavano come se un sorriso esiguo d
fel
insi al m
i. Reggimi tu un poco. Tullio, per
tra casa,
e vu
colo incavo nel labbro inferiore, la curva dei cigli, una vena della tempia, l'ombra che cerchiava gli occhi, il lobo dell'orecchio infinitamente delicato. Il granello fosco sul collo era nascosto a pena dall'orlo del merletto; ma, per qualche moto che Giuliana faceva col capo, appariva talvolta e poi spariva; e la piccola vicenda incitava la mia impazien
iera, cessando di appoggiarsi a me, sollecitando il passo
usa pensosa, con un acce
duto.... Tu forse no
la, quel
re fibre chiedevano. Quando ci distaccammo, ambedue ci ripetemmo con gli occhi la stessa cosa inebriante. Fu straordinario il sentimento che il volto di Giuliana espresse, ma incomprensibile allora per me. Solo più tardi, nelle ore che seguirono, potei comprenderlo; quando seppi che un'imagine di morte e una imagine di voluttà insieme avevano inebriata la povera creatura e che ella aveva fatto un voto funebre nell'abbandonarsi al
mie arterie che io pensai: "è il delirio? Non provai questo la prima notte nuziale, quando misi il piede su la soglia...." Due o tre volte m'assalì un impeto selvaggio, come un accesso istanta
o, mio Dio
m'afferrò una mano e
en
re la piccola forma che conoscevano. Vidi negli occhi di Giuliana l'iride perdersi nel bianco sotto le palpebre che si abbassavano. Temendo
a noi la casa, c
nando la testa s
rribile! Non credi anche
na voce venutale chi sa da q
che mo
veva trasfigurato il viso di Giuliana sotto il salice, dopo la stretta, dopo la muta risoluzione. Ma anche questa volta non potei
na vita irrequieta, allegra e tenera. Le rondini fedeli l'avvolgevano dei loro voli, dei loro gridi, dei loro luccichii, di tutte le loro grazie e di tutte le loro tenerezze, senza posa. Mentre gli stormi s'inseguivano per l'aria in caccia con la velocità delle saette, alternando i clamori, allontanandosi e riavvicinandosi in un attimo, radendo gli alberi, levandosi nel sole, gittando a tratti dalle macchie bianche un baleno, instancabili, ferveva dentro ai nidi e in torno ai nidi un'altra opera. Delle rondini covaticce alcune rimanevano per qualche istante sospese agli orifizi; altre si reggevano su le a
ncanto, alza
hiave. Che
o ancora un poco!-ella
do ad
stavo per girare la chiave col tremito del devoto che apre il reliquiario, sentii diet
ei
a, carezzevole, spirandomi
con le braccia in modo che i suoi polsi d
ciarmi, tutte quelle grazie agili mi ricordarono la Giuliana d'un tempo, la giovine e tenera compagna degli anni felici, la creatura delizios
ndo ancora la mano su
lasciarmi, spirandomi anc
cia, mi si serrò addosso, comunicandomi il suo brivido. Le rondini garrivano sul nos
bigliò, senza lasc
, spiratami calda nell'orecchio e pure intima come se mi parlasse nel mezzo dell'ani
ra,
la soglia, come fusi in un
capo garrendo. Levammo gli occhi, sorpresi. Un nido pendeva fra le grottesche dell
distaccarsi dal mio collo ma girando flessuosamente
aciammo. Io
amo su. Vuoi
i muscoli la forza di portarla
ris
so salir
ella potesse, a u
a. Veramente pareva nella casa fosse quel rombo cupo e remoto che conservano in loro cert
i a destra pel corridoio oscuro, traendo lei per la mano, senza parlar
diamo?-m
ris
stanza
ome guidato da un istinto. Ritro
e Giuliana; mi pareva di non potermi distaccare da lei, di non poter interrompere né pure per un attimo il contatto delle nostre mani, quasi che a traverso la cute le estremità viv
udì il grid