icon 0
icon TOP UP
rightIcon
icon Reading History
rightIcon
icon Log out
rightIcon
icon Get the APP
rightIcon

L'Innocente

Chapter 7 No.7

Word Count: 5160    |    Released on: 04/12/2017

nno delle sonagliere, lo strepito della carrozza che s'allontanava portando Federico verso Casa

andare. Ti chi

il vecchio che m'era parso un po' attonito

-esclamai, quando io

ità che m'aveva invas

ere, suscitava e moltiplicava quanto di buono e di giovine era ancora rimasto in me, m'isolava dal mondo, concentrava a un tratto la mia vita nel cerchio delle mu

e? Come poteva non intendermi? Come poteva non esser colpi

sua voce velata, debole, sempre esitante di quella singolare esitazione già da me notata altre volte, che la faceva se

o è che non lo rivedo così fiorito! L'ultima volta che ci venimmo f

va. Ella stessa, con le prime parole pronunziate in quel luogo, aveva incominciato ad evocare i ricordi. Si soffermò, dopo

role appassionate e dolci, provando un bisogno folle d'inginocchiarmi d'avanti a lei su la ghiaia,

to supplichevole. E seguitò a internar

igia a piccoli trifogli bianchi. Vedo ancora la sua persona elegante in quel colore fine e sobrio avanzarsi tra le folte m

di giaggiòli. Qua e là le rose si arrampicavano su per i fusti, s'insinuavano tra i rami, ricadevano miste in catene, in ghirlande, in festoni, in corimbi; a piè dei fusti le iridi fiorentine elevavano di tra le foglie simili a lunghe spade glauche le forme ampie e nobili dei loro fiori; i tre profumi si mescevano in

Ella guardava intorno a sé con occhi mobili e attenti, come temendo che le sfuggisse qualche cosa. Due o tre volte io sorpresi su le su

e p

remmo mai dovuto

o, Giu

sentavano, con un grido, rapide

o. Oh, lo so: quel che ho sofferto è forse poco al confronto di quel che t'ho fatto soffrire. Lo so, lo so: tutti i miei dolori non valgono forse il tuo dolore, non valgono le tue lacrime. Io non ho espiato il mio fallo, e non sono degno d'essere perdonato. Ma dimmi tu, ma dimmi tu quello che io debbo fare perché tu mi perdoni! Tu non mi credi; ma io voglio dirti tutto. Te sola veramente io ho amata nella vita; amo te sola. Lo so, lo so: queste sono le cose che gli uomini dicono, per farsi perdonare; e tu hai ragione di non credermi. Ma pure, vedi, se tu pensi al nostro amore d'una volta, se tu pensi a quei primi tre anni di tenerezza mai interrotta, se tu ti ricordi, se tu ti ricordi, vedi, non è possibile che tu no

i quando in quando all'angolo della bocca. E poiché, ella taceva, incominciò a muoversi in fondo a me un'inquietudine vaga. Un senso vago di oppres

erdonerai, io non potrò mai perdonarmi. Ma non t'accorgesti tu che io ero malato, che io ero demente? Una maledizione mi perseguitava. E da quel giorno io non ebbi più un minuto di tregua, non ebbi più un intervallo di lucidezza. Non ti ricordi? Non ti ricordi? Tu, certo, sapevi che ero fuori di me, in uno stato di demenza; perché tu mi guar

rsi cadere, anelando. Più tardi, soltanto più tardi, nelle ore che seguirono, compresi tutta la mortale angoscia esalata in quell'anelito. Ma allora non altro compresi che questo: "il ricordo dell'orribile tradimento

bivio. C'era là un

mo, un

pensiero. Molte memorie di tenerezza erano legate a quel vecchio sedile di pietra. Il cuore non mi si gonfiò di rammarico ma d'una avidità affannosa, quasi d'un furore di vita, che mi diede in un lampo una visione

uesta ch'io ti do? Non avremmo mai dovuto partire di qui-tu dicevi, dianzi.-E forse saremmo stati felici. Tu non avresti sofferto il ma

chiuse; e ascoltava, immobile. I cigli le spandevano a so

ho orrore come un forzato ha orrore della galera dove ha vissuto morendo tutti i giorni un poco. E ho dovuto passare d'oscurità in oscurità, per anni, prima che si facesse questa luce nella mia anima, prima che questa grande verità m'apparisse. Non ho amato che una donna: te sola. Tu sola al mondo hai la bontà e la dolcezza. Tu sei la

a disse, così pian

sgorgarono di tra i cigli, le solcarono le gote, le bag

, con un brivido di felicità suprema, g

ano d'esprimere con un atto, con un gesto, con una carezza l'ineffabile passione interiore. Le sue lacrime caddero su la mia guancia. Se l'ef

ami bere,-

ccavano. Una pieghevolezza strana era venuta alle mie membra, una specie di fluidità illusoria per cui non avvertivo p

sta felicità? Sono io, guardami, sono io che ti parlo così; guardami bene, sono io.... Se tu sapessi come mi pare strano tutto questo! Se ti potessi dire!... So che ti ho conosciuta prima d'ora, so che ti ho amata prima d'ora; so che ti ho ritr

e giunga all'orlo delle labbra modulata non nella materialità dei nostri organi ma nell'estremo fondo de

avamo pur sempre due esseri ben distinti, separati, estranei. La stessa diversità delle nostre attitudini aumentava il distacco. Ripiegata su sé medesima, premendosi con le sue mani il fazzoletto su la bocca, ella singhiozzava; e ogni singhiozzo le scoteva tutta la persona, pareva rivelarne la fragilità. Io stavo ancora in ginocchio d'innanzi a lei, senza toccarla; e la guardavo: stupito e pur nondimeno stranamente lucido; attento a sorvegliare tutto ciò ch'era per accadere dentro di me, e pur nondimeno avendo tutti i sensi aperti alla percezio

on restai là su la ghiaia, ai piedi della donna che nella fuga di pochi attimi m'ave

presso; e la mia voce era così sorda che io medesimo a pena la udi

e lacrime, le si dilatarono esprimendo un'ansietà estrema, come se mi ave

ggiunsi, rivelando il mio pensiero

sai; sono tanto malata. Non ho potuto resistere.... a quello che mi dicevi. Tu intendi.... M'è venuto questo accesso all'improvviso.... è una cosa dei nervi.... com

ella non poteva vedermi soffrire. La sua sensibilità per questo riguardo era esagerata così che io potevo ottener tutto da lei mostrandomi dolente. Tutto ella avrebbe fatto per allontanare da me una pena, la minima pena. Spesso allora io mi fin

ncora veduto nulla.... Andiamo verso la peschiera. Voglio bagnarmi gli occhi.... Perché mi g

. Che ora sarà? Sarà mezzogiorno? Federico ripasse

nsuale. Mi è impossibile definire la delicata seduzione che emanava da quella creatura su i miei sensi e sul mio spirito, in quello stato di conscienza irresoluto e confuso. Ella pareva dirmi, mutamente: "Io non potrei essere più dolce. Prendimi dunque, già che mi ami; prendimi nelle tue braccia, ma piano, senza farmi male, senza stringermi troppo forte. Oh, io mi struggo d'essere accarezzata da te! Ma credo che tu potresti farmi morire!"

lungo e profondo che agitò tutta la essenza delle nostr

dere un po' di forza-supplicò, stendendo le mani come per tenermi dis

neo; e subito uno stato nuovo si formò sotto l'influenza immediata delle circostanze, sotto l'urgenza del sangue riacceso. Non altro più conobbi che questo:-la donna che io desideravo era là, d'innanzi a me, trema

le mani, intrecciando le mie dita alle sue.-Una volta eri legger

come chi considera e risolve rapidamente. Poi scosse il capo; e arrovesciandosi in dietro e appenden

tiram

ma, con una specie di furia convulsa, come presa da una frenesia repentin

, quando ebbe distaccat

languore, in quel viso così pallido e così tenue, mi diede veramente l'impression

igli le tremolavano come se un sorriso esiguo d

fel

insi al m

i. Reggimi tu un poco. Tullio, per

tra casa,

e vu

colo incavo nel labbro inferiore, la curva dei cigli, una vena della tempia, l'ombra che cerchiava gli occhi, il lobo dell'orecchio infinitamente delicato. Il granello fosco sul collo era nascosto a pena dall'orlo del merletto; ma, per qualche moto che Giuliana faceva col capo, appariva talvolta e poi spariva; e la piccola vicenda incitava la mia impazien

iera, cessando di appoggiarsi a me, sollecitando il passo

usa pensosa, con un acce

duto.... Tu forse no

la, quel

re fibre chiedevano. Quando ci distaccammo, ambedue ci ripetemmo con gli occhi la stessa cosa inebriante. Fu straordinario il sentimento che il volto di Giuliana espresse, ma incomprensibile allora per me. Solo più tardi, nelle ore che seguirono, potei comprenderlo; quando seppi che un'imagine di morte e una imagine di voluttà insieme avevano inebriata la povera creatura e che ella aveva fatto un voto funebre nell'abbandonarsi al

mie arterie che io pensai: "è il delirio? Non provai questo la prima notte nuziale, quando misi il piede su la soglia...." Due o tre volte m'assalì un impeto selvaggio, come un accesso istanta

o, mio Dio

m'afferrò una mano e

en

re la piccola forma che conoscevano. Vidi negli occhi di Giuliana l'iride perdersi nel bianco sotto le palpebre che si abbassavano. Temendo

a noi la casa, c

nando la testa s

rribile! Non credi anche

na voce venutale chi sa da q

che mo

veva trasfigurato il viso di Giuliana sotto il salice, dopo la stretta, dopo la muta risoluzione. Ma anche questa volta non potei

na vita irrequieta, allegra e tenera. Le rondini fedeli l'avvolgevano dei loro voli, dei loro gridi, dei loro luccichii, di tutte le loro grazie e di tutte le loro tenerezze, senza posa. Mentre gli stormi s'inseguivano per l'aria in caccia con la velocità delle saette, alternando i clamori, allontanandosi e riavvicinandosi in un attimo, radendo gli alberi, levandosi nel sole, gittando a tratti dalle macchie bianche un baleno, instancabili, ferveva dentro ai nidi e in torno ai nidi un'altra opera. Delle rondini covaticce alcune rimanevano per qualche istante sospese agli orifizi; altre si reggevano su le a

ncanto, alza

hiave. Che

o ancora un poco!-ella

do ad

stavo per girare la chiave col tremito del devoto che apre il reliquiario, sentii diet

ei

a, carezzevole, spirandomi

con le braccia in modo che i suoi polsi d

ciarmi, tutte quelle grazie agili mi ricordarono la Giuliana d'un tempo, la giovine e tenera compagna degli anni felici, la creatura delizios

ndo ancora la mano su

lasciarmi, spirandomi anc

cia, mi si serrò addosso, comunicandomi il suo brivido. Le rondini garrivano sul nos

bigliò, senza lasc

, spiratami calda nell'orecchio e pure intima come se mi parlasse nel mezzo dell'ani

ra,

la soglia, come fusi in un

capo garrendo. Levammo gli occhi, sorpresi. Un nido pendeva fra le grottesche dell

distaccarsi dal mio collo ma girando flessuosamente

aciammo. Io

amo su. Vuoi

i muscoli la forza di portarla

ris

so salir

ella potesse, a u

a. Veramente pareva nella casa fosse quel rombo cupo e remoto che conservano in loro cert

i a destra pel corridoio oscuro, traendo lei per la mano, senza parlar

diamo?-m

ris

stanza

ome guidato da un istinto. Ritro

e Giuliana; mi pareva di non potermi distaccare da lei, di non poter interrompere né pure per un attimo il contatto delle nostre mani, quasi che a traverso la cute le estremità viv

udì il grid

Claim Your Bonus at the APP

Open