L'Innocente
ore circa erano passate dal momen
Il vecchio aveva portato il canestro della colazione; e, non più con sorpresa
pastorali nei soprapporti, aveva una certa gaiezza antiquata, un'aria del secolo scorso. Pel balcone aperto entrava una luce assai mite, poiché pel cielo s'erano diffuse lunghe vene lattee. Nel rettangolo pallido campeggiava "il vecchio cipresso venerabile che aveva al suo piede u
ana d
rico
va, ri
rico
naria intensità nel luogo natale, tra le cose favorevoli. Ma quella sollecitudine affannosa, quel furore di vita, che m'avevano invaso nel giardino alla prim
e; ma soli. Tu vedi: qui non manca nulla; non è stato portato via nulla. Se tu vol
tentarla. Le mie ginocchia toccavano le sue ginocch
certe ore, d'essere tornato al tempo dell'adolescenza, al tempo della prima giovinezza. Mi sentivo candido come allora; buono, tenero, semplice. Non mi ricordavo più di nulla. Tutti tutti i miei pensieri erano tuoi; tutte le mie commozioni si riferivano a te. Certe volte, la vista d'un fiore, d'una piccola foglia, bastava a far traboccare la mia anima, tanto era piena. E tu non sapevi nulla; non t'accorgevi di nulla, forse. Ti racconterò.... L'altro giorno, sabato, quando entrai nella tua stanza con quelle spine! Ero timido come un innamorato novello e mi sentivo morire, dentro, dal desiderio di prenderti fra le mie braccia.... Non te n'accorgesti? Ti racconterò tutto; ti farò ridere. Quel giorno le cortine dell'alcova lasciava
pe ella, supplichevole, quasi che
se, sor
nto debole; sono una povera malata.... Tu mi dai le vertigini. Io non
a cogliere né il mio spirito a definire. Quando mai la sua fisonomia aveva avuto quel carattere di mistero inquietante? Pareva che di tratto in tratto la sua espressione si complicasse, si oscurasse fino a divenire enigmatica. Ed io pensavo: "Ella è travagliata dal vortice interiore. Non vede ancora chiaramente in sé medesima quel che è accaduto. Tutto, forse, d
do uno sforzo per dissipare il vapo
che
sorso. Non ricon
o rico
rico
re il ricordo d'amore su cui ondeggiava il fumo di que
insieme, alla
; ma ella non bagnò né pure le labbra, c
b
osso,
er
are. Credo che anche un
erta d'un pall
senti male
iamoci. Andia
suo fianco, poiché nella mia assenza
tto? Tu ti riposerai e
o. Sto già
tare del balcone, al c
stipite, e posò una m
del giardino sottoposto, così ferma era la cima del cipresso innanzi a noi, che quei frulli, quei voli, quei gridi mi diedero un senso di fastidio, mi dispiacquero. Poiché tutto s'a
nuoli?-dissi, ricordando le
sa! F
ra. Non ti piacer
ra ripasser
i, sp
con una sincerità d'augurio così cal
ndai, cercandole neg
-ella rispose, a
ola, che sono tut
o
a.... co
ai mai sapere,
su me con una di quelle sue movenze indescrivibili in cui era quanto di a
la!
bilità di assorbirla a poco a poco, d'imbevermene. Sul pallore del viso la massa dei capelli rilasciata sembrava che
ri folli che mi nascono dentro! è una felicità così grande
è sommessamente, co
che io non ti m
Giu
iritta per guarda
i tu se io ti mori
mbi
pio, domani i
ta
gote, su gli occhi, su la fronte, su i capelli, con baci rapidi e le
nc
nostra stanza-io
lasciava
fiori azzurri erano tanto sbiaditi che a pena si vedevano. Un lembo del giardino si rifletteva nello specchio di un armadio, sfondando in una lontananza chimerica. I guanti
azienza, sentendo venire a me da tutte quelle cose non so quale incitazione
om
ore, come se nulla ci fosse noto; ricercare a una a una le nostre carezze e trovare in ognuna un sapo
.... Non sai che è un cattivo augurio? Oggi
nte, con un ardore incredibile, se